Matteo Pronzini torna alla carica chiedendo chiarezza sulle «consistenti» "spese di rappresentanza" del Governo
BELLINZONA - Non le manda certo a dire Matteo Pronzini (MPS) che, tornato a puntare il dito contro le spese di Consiglieri di Stato e Cancellierie, lamenta troppi privilegi spalmati nei 110'000 franchi di “spese di rappresentanza” annue.
Già in un precedente atto parlamentare, il deputato MPS chiedeva se tali spese fossero esclusivamente pagamenti di fatture o rimborsi di spese comprovate mediante giustificativo, oppure se la voce comprendesse anche eventuali forfait a beneficio dei Consiglieri di Stato o del Cancelliere. «I quella voce rientravano un forfait annuo di 15'000 franchi per ciascun Consigliere di Stato e un non meglio precisato forfait di 6'000 franchi per il Cancelliere dello Stato», ricorda Pronzini. «Bertoli - prosegue - ha anche fatto allusione a uno o più documenti nei quali verrebbero definiti una serie di diritti o privilegi tra i quali anche dei “regali” o simili cose».
Di fronte a una risposta ritenuta da Pronzini «inconsistente e a tratti misteriosa», il deputato aveva chiesto al Consiglio di Stato di mettere a disposizione del Parlamento, nella loro integralità, tutti i documenti (circolari, direttive interne e quant’altro) sulla base dei quali vengono attualmente corrisposti (o lo sono stati in passato) dei forfait ai Consiglieri di Stato e al Cancelliere. «Di fronte al rifiuto dell’on. Bertoli di aderire alla richiesta di produzione immediata di tali documenti, ho sollecitato (ed ottenuto) il rinvio del voto sul decreto legislativo riguardante l’onorario dei Consiglieri di Stato, annesso al rapporto della Commissione della gestione e delle finanze sul Preventivo 2018».
In vista della votazione sui nuovi onorari e sulle pensioni dei Consiglieri di Stato, ora, torna con nuove domande.
Pronzini spiega come, da nuovi documenti del Consiglio di Stato, si evinca che «una parte non irrilevante delle spese professionali che i Consiglieri di Stato e il Cancelliere dello Stato sono chiamati ad affrontare non rientra nei forfait di 15'000, rispettivamente 6'000 franchi loro corrisposti. Si deve quindi supporre che tali spese vengano, o pagate direttamente dallo Stato tramite fattura intestata a quest’ultimo, o rimborsate all’interessato dietro presentazione dei relativi giustificativi».
Pronzini chiede quindi qual è la modalità adottata e se esiste un rendiconto dettagliato di queste fatture o dei rimborsi effettuati a favore dei singoli Consiglieri di Stato o del Cancelliere. Chiede quindi a quali voci di spesa si attinge e a quanto ammontano in totale, sull’arco di un anno, detti pagamenti o rimborsi.
Pronzini chiede infine in quali casi i trasporti, i pasti, le bevande e i pernottamenti rientrino nei suddetti forfait, come pure colazioni, pause-caffè, pranzi o cene, spese di telefono cellulare e quant'altro.