Fabrizio Sirica critica l'invito fatto dal DSS di segnalare potenziali violazioni di quarantena da parte di terzi.
Con un'interrogazione chiede al Governo di prendere posizione e di fare retromarcia.
BELLINZONA - In un comunicato stampa diffuso qualche giorno fa, il DSS ricordava le disposizioni in vigore e l’importanza di comportarsi in maniera responsabile. Tuttavia il comunicato continuava con una parte che il deputato del PS Fabrizio Sirica giudica quanto meno «controversa», e per molti versi «preoccupante»: “Le segnalazioni di privati cittadini in merito a potenziali violazioni di quarantena da parte di terzi sono da indirizzare alla Polizia cantonale”.
Linea intasata dalle segnalazioni - Per Sirica il rischio è che questo invito alle segnalazioni dei cittadini crei più danni che benefici: innanzitutto le segnalazioni dovrebbero essere fatte sui canali segnalati nel comunicato, ma il cittadino per contattare la polizia potrebbe ricorrere al numero più conosciuto, ossia quello del 117. Questa linea però deve essere utilizzata soltanto per le emergenze e il rischio è quello di intasare una linea d’importanza vitale, creando lavoro e ritardi agli agenti.
Interesse collettivo o livore personale? - La veridicità e l’attendibilità delle fonti è anch’esso un aspetto discutibile per il granconsigliere: «Analizzare ogni segnalazione rischia di togliere risorse importanti che probabilmente sarebbero più funzionali con altre modalità di lavoro. Si rischia di invitare a delle vere e proprie delazioni, con segnalazioni fatte più per motivi di livore personale che per un reale interesse collettivo».
Clima sociale avvelenato - Anche se queste misure dovessero essere utili sul piano pratico per aiutare le autorità a “scovare” persone che non rispettano la quarantena - rileva infine Sirica - esse non potrebbero comunque venir accettate in uno stato democratico: «L’aspetto davvero grave dell’invito rivolto dal DSS ai ticinesi è che trasforma i cittadini in una sorta di “sceriffo” o controllore dello Stato, instaurando un clima sociale avvelenato, fatto di diffidenza e di sfiducia nel prossimo. Un atteggiamento in contrasto con la responsabilità individuale, sia del cittadino con i propri comportamenti, che nelle relazioni interpersonali».
Stato totalitario - Senza il timore nell'affermare che questo tipo di dinamiche «sono degne di uno Stato totalitario, non certo di una democrazia liberale funzionante», il co-presidente del PS chiede quindi al Governo di prendere posizione e di fare retromarcia, comunicando chiaramente alla popolazione che la pratica delle segnalazioni di “potenziali trasgressori” viene interrotta.
Le tre domande rivolte al Consiglio di Stato: