Critiche al lavoro della Commissione delle Petizioni: «Non siamo al mercato del pesce dei passaporti, ce ne andiamo».
Il gruppo ha voluto rimarcare così la propria contrarietà a quella che definisce senza mezzi termini «la svendita del nostro paese a chiari fini elettorali».
LUGANO - Un "teatrino". Questa la sintesi leghista riguardo il lavoro della Commissione delle Petizioni dedicate alla valutazione dei richiedenti della nazionalità svizzera.
È così che, in occasione della prima riunione per la concessione dell’attinenza comunale, in quel di Lugano, i commissari della Lega dei Ticinesi hanno deciso di «non partecipare più alle riunioni commissionali» e hanno riconsegnato tutti i dossier.
Oltre a ciò, il gruppo della Lega in Consiglio Comunale - come sottolineato in una nota stampa giunta in serata -, «non voterà più alcuna naturalizzazione».
Il gruppo ha voluto così rimarcare la propria contrarietà a quella che definisce senza mezzi termini «la svendita del nostro paese a chiari fini elettorali».
Secondo il gruppo leghista, la questione della procedura adottata dalla Commissione delle petizioni nell’esame e nell’evasione delle richieste di naturalizzazione a Lugano, come pure della valutazione delle stesse nel plenum del Consiglio Comunale mostra diverse criticità.
«Principio alla base di ogni valutazione dei petenti e fattore determinante per l’accoglimento o meno di una tale istanza deve - si legge - essere l’integrazione, sotto tutti i possibili punti di vista. Palese a nostro avviso che, nel caso citato, tali premesse sono state gravemente disattese, sia all’interno della Commissione delle petizioni sia all’interno del Consiglio comunale».
«Ai fautori della incondizionata e facile concessione dell’attinenza luganese - prosegue la Lega -, va pure la colpa di aver delegittimato l’importante e preciso lavoro svolto dall’amministrazione comunale incaricata dell’esame dei singoli dossier».