Scattano due interrogazioni al Consiglio di Stato: «Qual è la base legale per le perquisizioni»
BELLINZONA - Anche i Verdi prendono la parola nella polemica attorno ad alcune dichiarazioni del consigliere di Stato Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni, rilasciate negli scorsi giorni a proposito del “giro di vite” sugli stranieri. Il partito lo fa in particolare con un'interrogazione in cui chiede lumi sulle «pratiche senza basi legali, umilianti e non pertinenti riguardo alle procedure dei permessi di soggiorno B e C a residenti stranieri in Ticino».
Per i firmatari dell'atto parlamentare - Nicola Schoenenberger, Cristina Gardenghi, Claudia Crivelli Barella, Marco Noi, Samantha Bourgoin e Andrea Stephani - si tratta di «verificare se le procedura d'inchiesta avviate in questi ultimi anni da parte della Sezione della popolazione siano conformi alle garanzie procedurali nonché abbiano dato seguito ai rimproveri contenuti nelle numerose sentenze del tribunale amministrativo che hanno annullato le decisioni della Sezione della popolazione stessa».
Le domande al Consiglio di Stato:
Una seconda interrogazione dei Verdi si china inoltre su permessi di residenza e di lavoro respinti a persone altamente qualificate. Una prassi «restrittiva introdotta dal Dipartimento delle istituzioni» che mesi fa era stata deplorata anche dalla Camera di commercio del Cantone Ticino e dall'Associazione degli industriali ticinesi.
Nell'atto parlamentare si parla anche dell'aumento del numero di agenti della polizia cantonale per far fronte all'espansione della criminalità organizzata, della delinquenza economica e della criminalità informatica. Ma che vengono impiegati per appostamenti e verifiche a domicilio su titolari di permessi B e C.
Le domande al Consiglio di Stato: