Il movimento difende l'operato di Gobbi e denuncia «una strumentalizzazione a scopi politici» dell'emittente di Comano.
BELLINZONA - Anche la Lega dei Ticinesi prende posizione "sull'Affare Gobbi" difendendo il proprio Ministro ed entrando a gamba tesa sulla RSI. Il Movimento di via Monte Boglia - in una nota - condanna infatti «la faziosità del servizio pubblico» dell'emittente di Comano denunciando «una strumentalizzazione a scopi politici» di alcuni temi sensibili, con l’unico obiettivo di «mettere in cattiva luce l’operato degli esponenti della Lega».
«Ricostruzione parziale» - Al centro della vicenda vi è naturalmente (ancora) la puntata di Falò dello scorso 3 settembre che aveva mostrato i controlli subiti da alcuni stranieri che avevano chiesto il rinnovo o la concessione di un permesso, sollevando un vero e proprio polverone politico. Un'inchiesta giornalistica, che però i leghisti non ritengono tale. «Una ricostruzione parziale di fatti, che toccano da un lato gli interessi di cittadini e dall’altro il lavoro degli uffici dell’amministrazione cantonale, è stata presa come oro colato».
«Imboscata politica» - Il movimento critica pure la scelta degli ospiti intervistati definendo l'ex procuratore pubblico Bernasconi «un nemico giurato della Lega». Da questi presupposti - sottolineano i leghisti - la ricostruzione dei fatti non può essere che «parziale» visto che queste persone hanno «interessi personali e politici ben chiari» ovvero quelli di tendere una «vera e propria imboscata politica».
Sostegno a Gobbi e al DI - La Lega, denunciando fermamente queste modalità che portano «l’opinione pubblica a giudizi e conclusioni non attinenti alla realtà», sostiene l'operato del Dipartimento delle istituzioni e dei suoi uffici in questo particolare ambito dei permessi. «È un lavoro coerente che ha dato ottimi risultati nel campo della sicurezza e che dovrebbe anzi essere potenziato per eliminare tutti gli abusi sia nel settore delle prestazioni sociali, sia in quello dei contratti salariali, dove il dumping sfavorisce sempre di più i lavoratori residenti rispetto ai frontalieri».
Fiumi d'inchiostro - Il servizio di Falò aveva provocato un fiume di reazioni a destra come a sinistra. Il PS aveva chiesto l'Alta Vigilanza sul Consiglio di Stato, mentre la Giso aveva addirittura preteso le «dimissioni di Gobbi». Il PLR, da parte sua, aveva presentato un'interrogazione per chiedere lumi «sull'operato del consigliere di Stato» accusato di alimentare una «cultura del sospetto». E anche i Verdi vogliono vederci chiaro sulla «base legale per le perquisizioni». Alle tante voci polemiche si contrappone quella dell'UDC che difende a spada tratta l'operato di Gobbi e del suo dipartimento definendo «pernicioso» il servizio di Falò.