Il Gran Consiglio ha confermato quanto deciso un anno fa, approvando il disegno di legge del Consiglio di Stato
MENDRISIO - Per poter ottenere la cittadinanza svizzera è necessario rimborsare le prestazioni assistenziali (eventualmente) percepite negli ultimi 10 anni. Sono passati 369 giorni, ma nell'“aula” del Gran Consiglio (stavolta al mercato coperto di Mendrisio) oggi è andato in scena lo stesso dibattito di un anno fa. Si è parlato di naturalizzazioni, l'annosa questione della cittadinanza svizzera e l'introduzione a livello cantonale di misure più restrittive rispetto a quelle previste dall'Ordinanza federale. E il Parlamento è rimasto coerente con quanto deciso nel 2020.
A febbraio dello scorso anno (con 38 voti favorevoli, 32 contrari e 3 astenuti), il Legislativo aveva approvato l'introduzione del rimborso delle prestazioni assistenziali eventualmente percepite negli ultimi 10 anni quale condizione necessaria per poter chiedere la cittadinanza (a livello federale sono 3 anni). Sulla base del criterio di “partecipazione alla vita economica” e quindi della non dipendenza dagli aiuti sociali svizzeri. Oggi in aula sono arrivati i relativi rapporti sulle necessarie modifiche legislative.
Quella odierna, quindi, avrebbe dovuto essere una formalità. E così, in ultima analisi, è stata. «L’obiettivo è rendere pratico quanto già deciso e votato dal Gran Consiglio», ha precisato il relatore del rapporto di maggioranza, Giorgio Galusero (PLR). Ma Carlo Lepori (PS, rapporto minoranza) ha ribadito il suo messaggio, che «la povertà non è un reato», chiedendo di non approvare il disegno di legge proposto dal messaggio che modifica la Legge sulla cittadinanza ticinese e sull'attinenza comunale. Il presidente del Consiglio di Stato, Norman Gobbi, ha dal canto suo voluto chiarire che il Governo ha inserito nel Messaggio «i punti più rilevanti che tengono conto delle sensibilità della minoranza», precisando che «le autorità sono tenute a tenere in considerazione le circostanze particolari».
Il Gran Consiglio, senza troppi dibattiti, ha confermato la sua decisione e ha approvato il disegno di legge per la modifica della Legge sulla cittadinanza ticinese e sull'attinenza comunale. E ha pure respinto tutti gli emendamenti, compreso quello che prevedeva di non applicare il criterio del rimborso delle prestazioni assistenziali percepite negli ultimi dieci anni agli aiuti sociali richiesti in seguito alla crisi Covid-19 (con 47 no, 31 voti favorevoli, 2 astenuti).