A chiederlo è un'interrogazione interpartitica della consigliera comunale PS Beatrice Reimann ed altri firmatari.
LUGANO - Un "miglioramento della rete di collocamento dei figli di lavoratrici/lavoratori residenti a Lugano". È quanto chiede un'interrogazione interpartitica della consigliera comunale PS Beatrice Reimann ed altri firmatari.
«Numerosi motivi portano i genitori ad affidare i propri bambini alla cura di terzi - viene sottolineato dai consiglieri comunali -. Purtroppo vi sono genitori che non trovano soluzioni o esse sono troppo care. Questi fattori pesano sulle famiglie con un reddito medio-basso, biparentali e monoparentali, ostacolando la loro ricerca di un lavoro oppure l’aumento della percentuale d’occupazione: ne consegue che esse non riescono ad arrivare ad un salario che copra il costo della vita».
Ricordando che:
- Per ogni franco investito il collocamento di bambini vi è un ritorno di circa 1,5 franchi sotto forma di imposte;
- la crescita in Città del settore terziario avanzato ma anche dei posti in ambito accademico (USI-SUPSI) richiederà nei prossimi anni un aumento dei professionisti qualificati, per cui una buona offerta per il collocamento dei bambini può aumentare anche l’attrattività della Città (tanto per i dipendenti, quanto per le aziende);
- i bambini alloglotti, tra 0 e 5 anni in particolare, traggono un grande vantaggio dal fatto di essere collocati in una struttura o una famiglia diurna, completando così il loro sviluppo linguistico, cognitivo e sociale (così che eventuali futuri problemi sociali e scolastici possano essere evitati).
Al lodevole Municipio di Lugano vengono posti i seguenti interrogativi:
1. Intende allargare nei prossimi anni l’offerta comunale di nidi e strutture extrascolastiche per tutti i genitori che lavorano residenti a Lugano, che hanno figli in età di obbligo scolastico, e questo senza l’obbligo di dover fornire particolari motivazioni?
2. Intende coinvolgere in questo allargamento dell’offerta l’Associazione Luganese Famiglie Diurne, per l’attivazione di mamme diurne o papà diurni, operanti nella fascia diurna e serale? E pensando al personale sociosanitario e ad altre professioni che operano 7 giorni su 7, anche nel finesettimana?
3. È stata considerata infine la creazione di una rete di babysitting qualificato per accudire il bambino/il ragazzo presso il domicilio del genitore?