Alcuni deputati chiedono lumi al Governo sulla "guerra intestina" tra Giovanni Frapolli e il Patriziato.
Tiziano Galeazzi e co-firmatari si dicono «preoccupati» per la situazione «tesa» vissuta nel Comune Walser. «Ci vogliono certezza. Anche perché il Cantone elargisce 180'000 franchi annui in sussidi».
BELLINZONA - La situazione di Bosco Gurin resta più che mai ingarbugliata. Giovanni Frapolli ha infatti più volte ripetuto di voler «abbandonare la barca» a causa della rottura ormai insanabile con il Patriziato del Comune Walser.
Una chiusura degli impianti sciistici che però, in fondo, non vuole nessuno. Neppure Frapolli. «Se cambiano gli interlocutori e gli atteggiamenti, io ci sono e rimango - aveva detto su PiazzaTicino circa un mese fa -. Dentro di me non vorrei mai che gli impianti di Bosco chiudessero. Diventerebbe un paese quasi disabitato. Ma o accettiamo chi viene a investire, o chiudiamo gli incarti. Anche il Dipartimento deve prendersi determinate responsabilità».
Una questione (anche) politica, quindi, che oggi si arricchisce di un nuovo capitolo. Undici deputati* in Gran Consiglio (Tiziano Galeazzi primo firmatario) hanno infatti chiesto lumi al Governo «su cosa stia succedendo» effettivamente a Bosco Gurin. Nella loro interpellanza, i gran consiglieri, ricordando che il Cantone «elargisce 180'000 franchi all'anno in sussidi», chiedono «maggiore chiarezza» e «certezze» per il futuro degli impianti che «sono importanti» per i turismo del Locarnese e di tutto il Ticino.
Proprio per questo, gli undici deputati «preoccupati» vogliono sapere cosa voglia fare il Consiglio di Stato per risolvere queste incomprensioni e se intenda partecipare alle discussioni «nel ruolo di mediatore». Infine viene chiesto cosa accadrebbe ai sussidi già erogati se Giovanni Frapolli decidesse di abbandonare.
Gli undici deputati che hanno presentato l'interpellanza "Bosco Gurin, cosa sta succedendo?"
Presentata da: Tiziano Galeazzi
Co-firmatari: Soldati, Pellegrini, Pinoja, Pamini, Ortelli, Balli, Robbiani, Censi, Caroni e Berardi.