Il popolo ticinese sarà chiamato a esprimersi (di nuovo) sulla legittima difesa, dopo l'annullamento della votazione.
Sul menù di quel giorno trovano spazio altre due iniziative popolari: quella denominata "Basta tasse e basta spese, che i cittadini possano votare su certe spese cantonali” e quella sulle pigioni abusive.
BELLINZONA - Il prossimo 26 settembre i ticinesi saranno chiamati alle urne per esprimersi su tre temi cantonali (o se preferite due più uno). Sì, perché in programma quel giorno vi sarà la replica della votazione sulla legittima difesa sulla quale i ticinesi avevano già detto la loro il 9 febbraio del 2020, respingendola con uno scarto risicatissimo (41'282 voti contrari contro 40'856 favorevoli). Una differenza minima che aveva fatto scattare il ricorso dei promotori (Giorgio Ghiringhelli in primis) al Tribunale federale a causa d'inesattezze presenti nell'opuscolo informativo diffuso dal Cantone prima delle votazioni. Ricorso che è stato accettato lo scorso 29 aprile dai giudici di Mon Repos, che hanno di fatto annullato la votazione.
Ma il 26 settembre i ticinesi - come stabilito oggi dal Consiglio di Stato - non saranno chiamati a (ri)votare solo su questa iniziativa popolare la cui denominazione per esteso è "Le vittime di aggressioni non devono pagare i costi di una legittima difesa". Sul menù di quella domenica trovano infatti spazio altre due iniziative (e un relativo controprogetto del Gran Consiglio). Ovvero quella del 6 marzo 2017 denominata “Basta tasse e basta spese, che i cittadini possano votare su certe spese cantonali” e il relativo controprogetto (Referendum finanziario obbligatorio, modifica art. 42 Costituzione cantonale) e quella del 12 aprile 2018 battezzata “no alle pigioni abusive, Sì alla trasparenza: per l’introduzione del formulario ufficiale a inizio locazione”.