Arriva l’interpellanza del PS-PC di Lugano in merito allo sgombero e alla demolizione dell’ex Macello.
Messa in dubbio la legalità dell’abbattimento del centro sociale. Preoccupazione anche per i possibili ulteriori disordini.
LUGANO - Una giornata calda, quella di oggi. A infuocarla ulteriormente, gli avvenimenti della notte scorsa, che hanno messo fine all’esistenza del centro autogestito Molino. La sinistra, sbigottita, vuole far luce sulla vicenda.
Chi sapeva, chi non sapeva - Titolo dell'interpellanza: «La notte luganese che verrà ricordata nell'infamia». Ben tredici le domande formulate al suo interno dal gruppo formato da socialisti e comunisti della città sul Ceresio. Una di queste è volta a chiarire se «il Municipio intero era informato» di quello che stava per accadere «o solo certi municipali», mentre un secondo quesito chiede il motivo della presenza sul posto di forze di polizia d’oltralpe, e il loro costo. Preoccupano inoltre le possibili ripercussioni che «potrebbero dare avvio a una serie di manifestazioni pubbliche nelle vie cittadine».
Il fattore legalità - L’interpellanza contiene poi alcune domande relative all’iter decisionale dietro l’operazione di demolizione, nonché alla legalità di procedere in tal modo senza una licenza edilizia. PS e PC si interrogano infine sul ruolo della polizia, a livello decisionale, nell’intera vicenda, chiedendo ora «che credibilità e legittimità crede di avere il Municipio nel portare avanti una comunicazione costruttiva» con i molinari.
Qui di seguito le tredici domande formulate dal PS-PC luganese:
1. Corrisponde al vero che il Municipio ha chiesto alla polizia cantonale d’intervenire per sostenere la polizia comunale nella gestione dello sgombero? Il Municipio intero ne era informato o solo certi municipali erano al corrente di quanto sarebbe successo? In che forma e quando il Municipio ha deciso di agire in tal senso e con quale esito interno? I servizi comunali erano stati informati di quanto sarebbe successo?
2. Il Municipio ha considerato che con lo sgombero e la parziale demolizione dell’ex Macello potrebbe dare avvio a una serie di manifestazioni pubbliche per le vie cittadine? E se sì, come intende affrontarle qualora esse si concretizzassero? Perché durante la manifestazione NoVax al Tassino e l’occupazione con fumogeni a Loreto da parte dei tifosi dello Zurigo della strada cantonale le forze di polizia non sono intervenute per far rispettare la legge?
3. Il Consiglio di Stato per intero è stato preventivamente informato di questa azione? Se sì, quando e sotto che forma? Il CdS in che forma e quando ha preso la decisione di assegnare alla polizia cantonale i compiti che sono stati svolti? Perché il Municipio non ha seguito i principi di gestione del tema volto a evitare controproduttive escalation come proposto dal CdS?
4. Chi ha chiesto l’intervento delle forze di polizia da altri cantoni? Quanto costerà la presenza di poliziotti d’oltr’Alpe? Quando la polizia d’oltralpe è stata allertata? Quanti agenti extra cantone erano presenti a Lugano la notte di sabato 29 maggio?
5. Quando è stato deciso di considerare la demolizione quale parte dello sgombero? Le forze di polizia hanno imposto il piano al Municipio o quest’ultimo ha dovuto prendere atto della decisione? Quando è stata avvertita la ditta in questione? A che ora i mezzi meccanici della ditta atti alla demolizione in questione sono giunti sul posto? Quanto costerà l’intervento di demolizione? Qual’era la posizione dei capidicasteri responsabili del dossier e dei servizi competenti in merito alla demolizione
6. Qual è stato l’iter per la presa di decisione della demolizione d’urgenza? È stata una decisione della polizia o politica? Per la demolizione della parte in questione, è stata rilasciata una licenza edilizia regolarmente cresciuta in giudicato? Se no, perché? Con che legittimità e giustificazione il Municipio intende legittimare tramite sanatoria la demolizione d’urgenza?
7. Per la demolizione della parte dell’ex Macello non considerata un bene culturale protetta è stata rilasciata una regolare licenza edilizia cresciuta in giudicato? Se no, perché? I confinanti sono stati avvertiti come da prassi?
8. a) Prima della demolizione, è stata verificata la presenza di materiali pericolosi nella struttura (come amianto o altre sostanze)? C’era un piano di demolizione dei servizi comunali in tal senso? È stato rispettato? b) È stata presa in considerazione la presenza di una scuola (Lambertenghi) e delle possibili ripercussioni della demolizione su questa e sul quartiere?
9. a) Quali parti dello stabile sono stati demoliti o hanno subito danneggiamenti durante l’intervento? b) La parte protetta quale bene culturale ha subito danni? Prima dell’avvio della demolizione è stata messa in sicurezza per garantirne la protezione? Il numero di personale e la procedura 3 di demolizione erano adeguate come se si trattasse di una demolizione normale? In che modo le autorità volte a tutelare e informare su cosa stesse succedendo ha agito per orientare e rassicurare la popolazione locale comprensibilmente confusa dai fatti in che modo?
10. Prima di procedere con la demolizione è stato permesso di raccogliere materiale presente nello stabile?
11. Per la demolizione della parte in questione, è stata rilasciata una licenza edilizia regolarmente cresciuta in giudicato? Se no, perché? In che modo intende il Municipio apporre correttivi legali per giustificare il suo operato di demolizione d’urgenza a scopo di ordine di polizia?
12. La manifestazione avvenuta durante il pomeriggio in maniera pacifica ha dimostrato il fatto che ci sia una domanda sociale da parte della popolazione di avere spazi liberi. Il Municipio come si posizione su questo tema? Vuole dare risposta in tempi brevi a questa richiesta mettendo a disposizione degli spazi? C’è una lista di potenziali luoghi da mettere a disposizione?
13. Dopo gli incresciosi fatti di sabato notte e l’enorme violenza simbolica e culturale dovuta alla demolizione del Molino, che credibilità e legittimità crede di avere il Municipio nel portare avanti una “comunicazione costruttiva” con chi chiede di poter disporre di spazi culturali autonomi nel territorio comunale?
Nel frattempo altre domande vengono poste anche dall'avvocato Paolo Bernasconi
1.Chi ha dato l’incarico alla ditta incaricata di demolire il macello?
2. In che giorno e a che ora è stato dato questo incarico di demolizione del macello?
3. Perché è stato dato l’incarico di procedere alla demolizione durante la notte?
4. Perché non è stata presentata la licenza edilizia unitamente alla comunicazione obbligatoria riguardo al deposito delle macerie?
5. Perché non è stata avviata la procedura di sfratto con domanda alla pretura di sgombero e con ordine di intervento alla polizia, come previsto dal diritto e dalla procedura civile?