Il SISA denuncia come la sua petizione corredata da oltre mille firme sia stata «rifiutata in blocco».
Essa chiedeva un limite alle bocciature, corsi di recupero e la possibilità di ripetere la maturità.
BELLINZONA - «Il Consiglio di Stato non sostiene gli studenti». Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) prende atto «con rammarico» della risposta alla petizione “Pandemia e difficoltà scolastiche: sosteniamo il corpo studentesco”, consegnata lo scorso 30 aprile e corroborata da più di 1000 firme. Risposta in cui il Governo cantonale ha «rifiutato in blocco» tutte le richieste formulate dal sindacato studentesco, «trincerandosi dietro a uno status quo ritenuto accettabile e sostenibile per le studentesse e gli studenti».
«Il rifiuto di abrogare il limite di bocciature, oppure la sua sospensione per l’anno scolastico in corso - si lamentano dal sindacato studentesco - viene giustificato con l’invito alle direzioni d'istituto a derogare al regolamento nei casi eccezionali, ritendendo la misura corretta per riorientare la scelta formativa«.
Appellandosi ai dati presentati alla fine del primo semestre, il Consiglio di Stato ignora però - secondo il SISA - «la condizione effettiva del corpo studentesco» che non può essere riassunta da qualche cifra e risultato quantitativo. «La pandemia ha accentuato il regime di pressione che quotidianamente uno studente vive, mettendo in serio rischio il suo benessere psichico e compromettendo un clima favorevole all’apprendimento. Essere confrontati costantemente con la minaccia di esclusione dal proprio ciclo di formazione è un enorme fattore di stress: in uno stato di marcato malessere psichico creatosi nell’ultimo periodo, la situazione non può essere ridimensionata con delle semplici cifre. Insomma, celando la natura classista del limite alle ripetizioni, non si vuole accettare che l’orientamento dei giovani ticinesi non può e non deve passare dall’esclusione».
Anche l'attuale offerta formativa per i corsi di recupero è ritenuta sufficiente da Governo. Ma il sindacato studentesco la pensa diversamente, pur ammettendo «gli importanti passi avanti nell’ampliamento del servizio alle scuole medie». A preoccupare è però il post-obbligatorio dove «sussiste un buco che, contrariamente da quanto sostenuto dal Governo, non è colmato dagli “sportelli” eterogeneamente organizzati nei vari istituti».
Il SISA giudica infine «contraddittoria» la risposta ottenuta sulle sessioni di recupero degli esami di maturità. «Da un lato si fa appello all’incompatibilità legale con l’Ordinanza federale, dall’altro si cita il caso del Canton Vaud, in cui una proposta simile è già realtà. Anche qui - si lamenta il sindacato - il Governo partendo dalla costatazione quantitativa che gli allievi a bocciare l’ultimo anno sono pochi, sottovaluta la condizione di ansia e stress che gli studenti vivono durante gli esami». Insomma per il SISA non ci siamo proprio. «Pochi studenti che bocciano» non è uguale a «non c’è bisogno di fare qualcosa»: «La vita del corpo studentesco - conclude il sindacato che chiede al Governo e al Decs di ripensarci - non può essere ridotta a un semplice calcolo aritmetico».