Una nuova iniziativa parlamentare interpartitica punta a limitare la precarizzazione e il dumping salariale in Ticino.
«Gli appalti pubblici devono essere concessi ad aziende solide e responsabili nei confronti dei propri lavoratori», così Claudio Isabella, primo firmatario.
BELLINZONA - Il lavoro su agenzia. Per alcuni, una risorsa, per altri, uno strumento del quale non abusare, «che può impattare negativamente sul mercato del lavoro locale». La pensano così Claudio Isabella e altri sette granconsiglieri*, che hanno presentato un’iniziativa parlamentare volta a limitare l’impiego di personale interinale quando si parla di commesse pubbliche.
L’obiettivo - L’iniziativa prevede una modifica della Legge sulle commesse pubbliche per «garantire condizioni lavorative di qualità e accessibili anche ai residenti». L’idea è di mettere un freno al dumping salariale e alla precarizzazione che, secondo gli iniziativisti, genera il ricorso massiccio al lavoro interinale adottato da molte aziende in Ticino, siccome, come recita il testo dell’iniziativa, «la maggioranza dei lavoratori interinali risiede oltre confine ed è disposta ad accettare condizioni di lavoro inferiori allo standard svizzero».
Qualità e responsabilità - La qualità dei lavori realizzati con personale interinale sarebbe inoltre, spiega Isabella, più difficile da garantire, perché «a volte queste persone vengono assunte, così come licenziate, dall’oggi al domani». «Noi vogliamo che le aziende che ottengono gli appalti pubblici abbiano una solidità e una certa responsabilità verso i propri lavoratori».
L’iniziativa - Sono tre le clausole normative che i granconsiglieri si prefiggono di inserire nella Legge sulle commesse pubbliche attualmente in vigore nel nostro cantone, e prevedono:
- Che il committente possa esigere dalla ditta offerente la stabilità sotto il profilo del personale impiegato, e che la commissione venga svolta da personale con esperienza nel campo e già da tempo alle dipendenze della suddetta azienda.
- Che il committente possa esigere che la ditta aggiudicataria dell’appalto abbia già sotto contratto la maggior parte dei lavoratori impiegati per portare a termine la commessa e che gli stessi siano già alle dipendenze della ditta e non siano invece assunti appositamente a tal fine.
- Che il committente abbia la facoltà di effettuare controlli per assicurare il rispetto di questi due criteri.
I precedenti - L’iniziativa si fonda su una precedente versione della stessa, denominata “Interinali: il Cantone dia il buon esempio!” e approvata il 10 aprile 2017 dal Gran Consiglio. Una prima proposta, questa, che era stata ritenuta contraria all’accordo sulla libera circolazione dal Tribunale Federale di Losanna, su ricorso dell’Associazione mantello delle agenzie interinali e di altre sei agenzie di prestito di personale. I giudici di Mon Repos avevano infatti ritenuto che la modifica di legge fosse discriminatoria in virtù del fatto che buona parte dei lavoratori interinali impiegati in Ticino risiede oltre confine.
* Lorenzo Jelmini, Giorgio Fonio, Sabrina Aldi, Roberta Soldati, Tamara Merlo, Laura Riget e Marco Noi