Preoccupazione da parte della Deputazione alle Camere per l'assenza di un rappresentante della Svizzera italiana.
Anche Matteo Quadranti, con un'interpellanza urgente, chiede al Consiglio di Stato d'intervenire.
BELLINZONA - Il Consiglio federale sarebbe intenzionato a nominare un candidato germanofono nel consiglio di amministrazione della Posta, all’interno del quale non vi è al momento nessun rappresentante della Svizzera italiana. Allertata da voci sempre più insistenti, la Deputazione ticinese alle Camere federali ha quindi deciso di richiamare pubblicamente le disposizioni adottate dal Consiglio federale nel 2013, volute per assicurare un’equa rappresentanza delle lingue all’interno degli organi di direzione superiori delle aziende e degli stabilimenti vicini alla Confederazione. E auspica che il Governo applichi tali disposizioni.
Consapevole del fatto che la Posta non rispetta i valori di riferimento per le comunità linguistiche nazionali da esso fissati, il Consiglio federale aveva garantito – rispondendo ad alcuni atti parlamentari di deputati ticinesi nel 2020 in occasione della nomina del consigliere nazionale bernese Corrado Pardini – il suo impegno a favore di una composizione adeguata dal profilo delle comunità linguistiche nel consiglio di amministrazione della Posta, affermando che «in occasione delle future elezioni al consiglio di amministrazione sarà data importanza al fatto che queste prescrizioni siano nuovamente rispettate».
Cosa che però non sembrerebbe essere il caso. La Deputazione ticinese alle Camere federali coglie quindi l’occasione per ribadire l’importanza di un’equa rappresentanza di tutte le componenti culturali della Svizzera in seno a organi di direzione superiori delle imprese parastatali, e ricorda che la Svizzera italiana è tuttora esclusa anche dal consiglio di amministrazione di Swisscom, oltre che da quello già citato della Posta.
Interpellanza urgente di Quadranti - Nel frattempo, oltre alla presa di posizione dell Deputazione, il deputato PLR in Gran Consiglio Matteo Quadranti ha presentato sullo stesso tema un'interpellanza urgente, chiedendo al Consiglio di Stato d'intervenire a Berna ed eventualmente di mettere sul tavolo delle trattative la non assegnazione ad Autopostale SA (società del Gruppo la Posta) di appalti, ad esempio per trasporti scolastici cantonali. Questo vista la «poca considerazione verso il Ticino da parte di Berna».
Marco Romano: «Politica irrispettosa della Svizzera» - Un'altra interpellanza, questa volta a livello federale, l'ha presentata pure il consigliere nazionale del PPD Marco Romano. Nell'atto parlamentare, il deputato chiede conferma della volontà di nominare un altro germanofono (e i motivi di tale scelta) e, a livello più generale, se il DATEC abbia un problema con la Svizzera italiana. Sottolineando come negli ultimi 16 mesi, il CdA della Posta abbia vissuto tre sostituzioni e che per tre volte non è stato possibile nominare un profilo valido che rappresenti la Svizzera italiana. Infine, se la nomina fosse confermata, Romano chiede se non sarebbe opportuno rivedere totalmente il quadro normativo e le intenzioni manifestate dal Consiglio federale, togliendo ogni riferimento regionale e linguistico, alfine di essere coerenti e chiari «in relazione a una politica totalmente irrispettosa della dimensione regionale-linguistica svizzera».