Il Partito socialista ha lanciato un'iniziativa popolare atta a garantire «almeno 21,50 franchi all'ora».
La raccolta firme partirà il 30 ottobre con un obiettivo ambizioso: raccogliere oltre 10'000 sottoscrizioni in 100 giorni.
BELLINZONA - Ieri sera, durante il Comitato Cantonale tenutosi a Bellinzona, il Partito socialista ha lanciato l'iniziativa popolare costituzionale «per un salario minimo sociale». L'obiettivo del Ps è quello di «impedire che pseudo-sindacati farlocchi (il riferimento al casoTiSin è palese) aggirino l’obbligatorietà di un salario minimo di almeno 21,50 franchi all’ora».
«Lanciare questa iniziativa è necessario», sottolinea Laura Riget, portando due esempi di persone che vivono sulla loro pelle la precarietà del mondo del lavoro. «Con la nostra iniziativa vogliamo infatti togliere la possibilità di deroga ai CCL e aumentare il salario minimo al corrispettivo delle prestazioni complementari AVS-AI, con l’aggiunta delle spese per conseguire lo stipendio», continua la co-presidente.
Concretamente con questa iniziativa i socialisti vogliono far aumentare i salari fino ad almeno 21,50 franchi all’ora - «una cifra tuttora molto contenuta», ammette Laura Riget - «poiché lo spazio di manovra giuridico per fissare dei salari minimi a livello cantonale è molto limitato». La raccolta firme partirà il 30 ottobre con un obiettivo ambizioso: raccogliere oltre diecimila sottoscrizioni in cento giorni.
Un secondo tema di discussione è stato quello sul piano di rilancio per il Ticino del 2030, che - come sottolineato da Fabrizio Sirica è diventato «più urgente che mai» dopo «la vergognosa decisione» della maggioranza di destra che siede in Parlamento di sostenere l’iniziativa Morisoli, che vuole «risanare le finanze tagliando importanti spese nell'ambito dei sussidi, del sociosanitario, formativo e del personale».
«È un'iniziativa molto pericolosa che con uno sguardo miope rivolto alla punta dei piedi impedisce di guardare verso l’orizzonte e verso i bisogni reali della popolazione», argomenta Sirica che poi si pone alcune domande fondamentali. «Come faremo ad affrontare l’invecchiamento della popolazione se il Parlamento decide di tagliare sulle spese di case anziani e ospedali? E i problemi delle PMI che ancora soffrono delle conseguenze della pandemia? Per non parlare del fatto che con questa iniziativa dell’UDC sarà impossibile aiutare il ceto medio e aumentare la conciliabilità tra famiglia e lavoro, nonché sostenere i giovani in formazione, perché queste misure di contenimento toccheranno anche le scuole di ogni livello».
Per questi motivi, i socialisti ritengono il loro piano di rilancio «più urgente che mai»: «Con le sue 24 misure concrete - concludono - il piano propone delle soluzioni a questi problemi e non unicamente dei tagli alle spese dei servizi di base dello Stato e al suo personale».