Il Comitato del No giudica fuorvianti alcune informazioni contenute nel materiale di voto.
LUGANO - Ritenendo l'informazione fornita dal Municipio di Lugano attraverso il materiale di voto «fuorviante invece che oggettiva, accurata, attrattiva e comprensibile», il Comitato d'opposizione del Polo Sportivo e degli Eventi (PSE) sta valutando la possibilità di presentare un ricorso al Tribunale amministrativo cantonale. «Il Municipio ha certamente il diritto/dovere di difendere la sua visione del PSE - premette il Comitato - ma come autorità che deve rispettare i suoi cittadini non ha il diritto di diffondere informazioni fuorvianti come quelle che leggiamo nell’opuscolo ufficiale per il voto del 28 novembre, a pag. 4 e 5».
A essere criticata è in particolare l'affermazione secondo cui il PSE sarebbe finanziato grazie a un accordo fra Città e partner privati e che questi ultimi «copriranno i 167 milioni di franchi per lo stadio e il palazzetto, oltre ai costi per i contenuti accessori, e si assumeranno i rischi di tutta l’operazione». Nella pagina successiva, inoltre, il Municipio scrive a proposito di stadio e palazzetto «che, dopo 27 anni, la città li riscatterà a 1 franco». Nulla però viene detto sul costo per la città del “leasing”, «un elemento certamente rilevante per giudicare l’accordo proposto dal Municipio», sottolinea il Comitato. In realtà, spiegano i fautori del no, la Città dovrà rimborsare ai partner, in 27 anni, l’anticipo dei costi per lo stadio e il palazzetto dello sport (167 milioni) e in più pagare loro 62 milioni di interessi. Per un totale quindi di 229 milioni di franchi. In quel periodo, per contro, riceverà 25 milioni di franchi per i diritti di superficie sui 32'500 mq di terreni pubblici concessi ai privati.
Insomma, oltre che sul piano politico, la discussione sul PSE potrebbe spostarsi pure su quello legale.