I Verdi chiedono al Consiglio di Stato d'instaurare una filiera di cernita e valorizzazione dei legnami di scarto.
BELLINZONA - Da alcuni anni il legname di scarto raccolto in Ticino non trova più sbocco per un suo riutilizzo o riciclo in Italia. Di conseguenza, sono notevolmente aumentati gli apporti di questi materiali all'inceneritore di Giubiasco. Si tratta di legname proveniente dall'edilizia, dalla logistica (p.es. palette in legno), dalla raccolta dei rifiuti ingombranti dei Comuni o di legname recuperato nei fiumi o nei laghi dopo le alluvioni causate da eventi meteorologici estremi.
Parte di questo legname meriterebbe tuttavia una valorizzazione migliore rispetto all'incenerimento a Giubiasco, il quale, per la sua concezione, comporta un recupero calorico complessivo modesto. Ne sono convinti Samantha Bourgoin e altri deputati dei Verdi, che hanno deciso di presentare un'interrogazione al Consiglio di Stato. «In Ticino - rilevano i granconsiglieri - abbiamo numerose centrali di teleriscaldamento a legname che permettono un recupero del calore ben superiore rispetto all’inceneritore e in futuro ce ne saranno sempre di più. L’utilizzo nelle centrali di teleriscaldamento, dovrebbe essere preferita al semplice incenerimento, anche per motivi di sostenibilità ambientale».
Inoltre, una parte di questo legname potrebbe, se separato correttamente, trovare degli sbocchi anche in applicazioni industriali (calore o gas per processi industriali) o essere riciclato nell’edilizia (truciolato per la coibentazione o per la fabbricazione di pannelli vari). «La richiesta di legname è in crescita e i prezzi sono in aumento, ma, paradossalmente, da noi questa materia prima viene spesso bruciata malamente», sottolineano infine gli interroganti. Che, nel dettaglio, sottopongono al Governo le seguenti domande: