Bocciata per una manciata di voti la proposta del Ps per rafforzare la presenza femminile nei Cda para-pubblici
BELLINZONA - Le quote "rosa" nelle aziende pubbliche e para-pubbliche non hanno passato per un pelo - 5 voti - la prova del Parlamento. Oggi in Gran Consiglio la proposta è stata bocciata con 43 voti contro 38 (su 81 votanti) e un astenuto.
Torna così nel cassetto la mozione del Partito Socialista, che voleva introdurre una quota minima del 30 per cento per le donne ai vertici delle aziende cantonali e della pubblica amministrazione. «Una decisione vergognosa» per il Partito Socialista che in una nota esprime «grande rammarico» per l'esito della votazione. I partiti contrari «ancora una volta hanno ignorato la necessità di misure per garantire un'equa rappresentanza».
A bloccare la mozione sono stati i voti di Lega, Plr, Udc e parte del Ppd. La relatrice del rapporto di maggioranza Lara Filippini (Udc) si dice «molto soddisfatta» della votazione. «Ho sempre sostenuto che la vera parità tra i sessi si raggiunge con la meritocrazia e non creando un'ulteriore disparità».
Il rapporto, approvato dal Parlamento, propone di realizzare un monitoraggio periodico e una raccolta dati «più puntuale» per verificare la presenza di donne «soprattutto nell'ambito dell'amministrazione cantonale» al fine di valutare l'efficacia delle misure già intraprese.