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CANTONE / SVIZZERACaro benzina: «Berna rinunci a parte delle sue entrate fiscali»

01.06.22 - 10:25
I Giovani leghisti hanno deciso di lanciare una petizione su un tema che è di stretta attualità.
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Caro benzina: «Berna rinunci a parte delle sue entrate fiscali»
I Giovani leghisti hanno deciso di lanciare una petizione su un tema che è di stretta attualità.
«Non è accettabile che il nostro Paese rimanga immobile e non agevoli aziende ed economie domestiche», sottolinea Stefano Tonini.

BELLINZONA - Da settimane proseguono gli appelli affinché la politica si muova in modo da contenere il rincaro dei prezzi di benzina e gasolio. E ora arriva anche una petizione, il cui obiettivo è quello di chiedere al Consiglio federale di rinunciare a parte delle entrate fiscali, in modo da agevolare le aziende e le economie domestiche.

A lanciarla sono i Giovani leghisti e il granconsigliere Stefano Tonini. Che ricordano come nel 2020 l'imposta sugli oli minerali che grava sul carburante abbia generato entrate per oltre 2,5 miliardi di franchi. Il 45% della somma entra nelle casse generali della Confederazione, il 50% è a destinazione vincolata per compiti nell'ambito stradale e aereo, mentre il restante 5% va al Fondo per le strade nazionali e il traffico d'agglomerato. 

Secondo i promotori della petizione, almeno per quanto riguarda le entrate destinate alle casse federali, c'è margine di manovra: «È possibile attenuare l'impatto della guerra in Ucraina sui costi del carburante senza intaccare i fondi a beneficio delle infrastrutture viarie». Per questo motivo chiedono a Berna di rinunciare, temporaneamente e almeno in parte, alle entrate dell'imposta sugli oli minerali.

Un passo che sempre più Paesi stanno compiendo, non la Svizzera. «Che il nostro Paese rimanga immobile non è accettabile», concludono i Giovani leghisti. Un immobilismo che ha spinto anche un altro leghista, il consigliere nazionale Lorenzo Quadri, a presentare sempre sul tema un'interpellanza al Consiglio federale.

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