La consigliera nazionale ha deciso di non correre alle cantonali in Ticino. «La politica federale mi appassiona»
BELLINZONA - Greta Gysin non sarà la candidata forte del fronte rosso-verde al Consiglio di Stato, ad aprile. Le voci si sono rincorse nella giornata di ieri, sopo una "suspance" di mesi, e oggi sono confermate da un'intervista rilasciata dalla consigliera nazionale a La Regione.
«Non volevo prendere una decisione affrettata, e mi sono dunque presa tempo per riflettere a fondo» ha spiegato Gysin al quotidiano bellinzonese. Alla fine, le speranze di chi nel fronte contava sul nome trainante per la coalizione di sinistra alle prossime cantonali sono rimaste deluse. La scelta non sarebbe dovuta a ragioni personali o famigliari: «Come mi sono organizzata per Berna, potrei farlo anche per Bellinzona» ha spiegato la consigliera nazionale.
Il motivo della rinuncia «nonostante tutto» è politico, assicura Gysin. «Non vorrei che il mio lavoro a Berna restasse una toccata e fuga. La politica federale mi appassiona». La deputata ticinese punta alla rielezione nel 2023, e ad assumere la presidenza della Commissione istituzioni politiche del Consiglio nazionale. «Il lavoro non mi mancherà», dice.
Sul fatto che la mancata candidatura rischi di affondare le possibilità di una raddoppio della sinistra in governo, Gysin ammette: «Forse senza di me sarà più difficile». Ma ne fa una questione di onestà intellettuale: «In questo momento se mi fossi candidata per il Consiglio di Stato non avrei potuto fare campagna con la convinzione necessaria».
La consigliera nazionale dice comunque di «credere in una crescita della nostra area» e assicura che parteciperà comunque attivamente alla campagna elettorale dei Verdi in Ticino e a quella della coalizione.