Il Consiglio di Stato risponde a un'interrogazione di Massimiliano Robbiani: «Nessun malessere generalizzato»
BELLINZONA - Esiste effettivamente un clima di malessere in seno all'Ufficio del Sostegno Sociale e dell'inserimento (USSI)? Per il Consiglio di Stato si tratta di affermazioni prive di fondamento.
«I funzionari dirigenti superiori non hanno ricevuto delle segnalazioni ripetute in tal senso», si legge nella corposa e articolata risposta dell'esecutivo cantonale a un atto parlamentare presentato a settembre da Massimiliano Robbiani. «Non vi sono manifestazioni di un malessere generalizzato, ma piuttosto situazioni specifiche di difficoltà personali per le quali da parte della Direzione del Dipartimento c’è sempre attenzione e disponibilità all’ascolto». Tra le tante domande, il deputato della Lega dei Ticinesi chiedeva infatti se corrispondesse al vero il fatto che anche Raffaele De Rosa era stato «informato personalmente da diversi collaboratori» della situazione.
«Non trovano riscontro» inoltre le affermazioni secondo cui «negli ultimi tre anni sotto la coordinazione Oberholzer/Chiesa molti collaboratori hanno lasciato il loro impiego» così come il fatto che ci siano dipendenti che sono stati «richiamati a rientrare anticipatamente dalle loro vacanze senza fondati motivi». Nel primo caso, il Consiglio di Stato - cifre alla mano - sottolinea che il tasso di turnover è «in linea con quanto si rileva mediamente nel settore pubblico». Nel secondo viene invece rilevato che «la fattispecie si riferisce probabilmente a un collaboratore al quale è stato chiesto di terminare un compito, precisando però che questa attività doveva essere ultimata successivamente al suo rientro dalle vacanze».
Infine, sul presunto farsi strada «da tempo» tra le scrivanie dei dipendenti dell'USSI di «parole come mobbing e bossing», il Consiglio di Stato ricorda che - in ossequio a quanto prevede la direttiva concernente le molestie e le discriminazioni all'interno dell'Amministrazione cantonale - esistono chiare «procedure da seguire se ci si ritiene vittima di molestie» - dalla possibilità di affrontare la situazione di disagio con il Gruppo stop molestie, alla segnalazione formale del funzionario all'istanza superiore o ai servizi centrali del personale. E, con questa premessa, l'esecutivo conferma che al riguardo della situazione sollevata da Robbiani «non sono state fatte delle segnalazioni».