Niente soldi dalla BNS. L'UDC: «La situazione finanziaria non è colpa della Bns. È da anni che suoniamo l'allarme»
BELLINZONA - Ieri la Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha confermato che i Cantoni non riceveranno alcun versamento per il 2022. Il Ticino non vedrà quindi i 137 milioni franchi preventivati... qualcosa «che il DFE avrebbe dovuto sapere da mesi».
Almeno questo secondo la sezione ticinese dell'UDC, che non ci sta, e che ha oggi annunciato che non condivide la narrativa secondo cui la colpa (delle difficoltà delle finanze ticinesi, ndr.) sia della Bns: «Il mancato dividendo è in realtà solo la goccia che fa traboccare il vaso. Da oltre due anni infatti l’UDC suona la campana di allarme con atti parlamentari, incontri con il DFE e con la Sottocommissione finanze. Abbiamo ripetutamente discusso quanto le finanze del Cantone non fossero sostenibili. Abbiamo presentato varie proposte con l’obiettivo di iniziare a confrontarci con tutte le forze politiche. La risposta è sempre stata di temporeggiare e sperare nell’arrivo di Babbo Natale».
I democentristi puntano il dito anche contro il direttore del DFE, Christian Vitta, che «siede nel Consiglio di banca, l’organo supremo di vigilanza della BNS e che non poteva non sapere che il Ticino, come del resto tutti gli altri Cantoni non avrebbero incassato nulla dalla BNS, in questi mesi i funzionari del DFE hanno mai lavorato ad un piano B? Al Parlamento finora non ne è mai stato presentato uno».
In ogni caso, il buco finanziario nel 2023 potrebbe superare i 200 milioni di franchi. E la politica (a seguito del voto sul Decreto Morisoli) deve ora risanare i conti «senza tuttavia gravare sui più deboli, senza aumentare le imposte e senza scaricare il barile sulle spalle dei Comuni».
Almeno ora, hanno concluso dalla sezione ticinese dell'UDC, «la Commissione gestione e finanze ha finalmente cominciato a chinarsi sulle nostre proposte. L’UDC farà votare una di queste in Gran Consiglio prima delle elezioni di aprile. Il toro va davvero preso per le corna, anche se sotto elezioni nessuno vuole farlo».
Sono quattro le proposte UDC discusse nella Commissione gestione e finanze:
Si è parlato in primis dell'iniziativa parlamentare IE471 del 2017, che verrà messa al voto in Gran Consiglio in febbraio o marzo, che chiede di definire nella legge finanziaria dei vincoli alla crescita naturale della spesa corrente. Inoltre, si è parlato di tre decreti specifici volti a limitare delle voci di spesa trasversali ai Dipartimenti (costi del personale, di beni e servizi, e di sussidi). Secondo l'UDC, «Soltanto ponendo dei vincoli precisi e misurabili di anno in anno a queste spese, si riuscirà a frenarne l’aumento sconsiderato».
In sintesi, la spesa del personale globale «potrà crescere annualmente solo pari al valore dell’indice nazionale dei prezzi; la spesa per beni e servizi dovrà essere bloccata al livello del Consuntivo 2020; la spesa per sussidi, esclusi quelli diretti alle persone, al netto delle entrate potrà crescere annualmente solo del 2%».