Una nuova proposta di legge dell'UDC chiede maggiore trasparenza e tutela per le buste paga dei lavoratori sotto CCL
BELLINZONA - Regolare l’operato delle commissioni paritetiche in modo da tutelare meglio la busta paga dei lavoratori sotto contratto collettivo. È questo l'obiettivo della proposta di legge depositata questa mattina in Gran Consiglio, per l'UDC, dal deputato Paolo Pamini. Un, citando testualmente, «masso nelle torbide acque delle commissioni paritetiche».
Le suddette commissioni paritetiche servono ad attuare e verificare il rispetto dei contratti collettivi di lavoro e «incassano decine di milioni di franchi dalle trattenute obbligatorie prelevate sulle buste paghe dei lavoratori», si legge in un comunicato dell'UDC Ticino, che mediante l'iniziativa presentata oggi - nella forma elaborata - intende «offrire alle parti sociali una maggiore trasparenza e coinvolgimento su cosa accade con i mezzi finanziari delle paritetiche».
Nel dettaglio, «si chiede che i conti siano condivisi annualmente con i salariati e datori di lavoro toccati, che questi li approvino - pena il divieto di prelevare i contributi in busta paga -, e che siano vietati riversamenti di contributi dalla rispettiva paritetica ai sindacati. Infine, se la paritetica desiderasse delegare a terzi sue funzioni, servirebbe la doppia maggioranza di salariati e datori di lavoro favorevoli».
Tre sono quindi gli «elementi chiave» che l'iniziativa propone: l'obbligo di allestire i conti della relativa commissione, garantendone la pubblicità nei confronti di tutti i salariati e i datori di lavoro toccati dal relativo CCL; l'approvazione, entro sei mesi, della chiusura dei conti annuali mediante doppia maggioranza; il divieto di riversare ai sindacati parte del prelievo in busta paga, a garanzia dell'indipendenza e della neutralità della commissione paritetica.