Il co-presidente del PS risponde alle critiche per la mancata sottoscrizione dell'interpellanza dei Verdi
BELLINZONA - La vicenda delle presunte molestie sessuali da parte di un ex funzionario di alto rango di Unitas non si è ancora risolta. La decisione del Consiglio di Stato, con l'imposizione del ricambio completo dei membri del comitato dell'Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana, è stata letta da alcuni come un tentativo d'insabbiamento.
Si è notata anche la mancata presa di posizione di Manuele Bertoli, che ha guidato Unitas per quasi 11 anni. Se il consigliere di Stato socialista al momento non parla (lo farà più in là, spiega), a parlare alla Rsi è stato il co-presidente del partito, Fabrizio Sirica. Il quale si difende dalle critiche per non aver sottoscritto l'interpellanza presentata dall'esponente dei Verdi Marco Noi. «È stato chiesto di sottoscrivere l’atto parlamentare a una mia collega, la quale ha tuttavia sollevato problemi legati a una domanda e alla privacy delle vittime». Non avendo ottenuto le auspicate modifiche, l'atto parlamentare non è stato firmato. «Questo non significa che il PS non volesse chiarezza: la prova è che ritenevamo un errore il fatto di non aver risposto pubblicamente, in Gran Consiglio e con la possibilità di avere una discussione all’interpellanza».
«La trasparenza fa sempre bene» aggiunge Sirica, ricordando le cinque segnalazioni giunte al comitato tra il 2018 e il 2020. «La questione secondo me che pone riflessioni sulle responsabilità è quella in merito a cosa sia stato fatto di quelle segnalazioni e come si è agito». Bertoli lasciò l'incarico nel 2011, al momento dell'ingresso in Governo. «E non era in comitato. Si pone tuttavia il tema se avrebbe dovuto essere o meno in Governo quando è stato presentato l’audit: ma il Governo non aveva ritenuto che avrebbe dovuto ricusarsi».
Sirica, tuttavia, la pensa diversamente: «Ritengo che la sua presenza sia stata poco opportuna: sarebbe stato ancora più corretto e trasparente ricusarsi e uscire dalla sala, ma l’importante è il fatto che non abbia interferito in nessun modo sulla discussione e sulle decisioni prese dal Governo».