«Per il Consiglio federale i cittadini elvetici sono l'ultima ruota del carro», sostiene il partito.
BELLINZONA - L'ha annunciato ieri il consigliere federale Ignazio Cassis. Nei prossimi sei anni la Svizzera verserà altri 1,8 miliardi di franchi all'Ucraina. Ma per la Lega dei Ticinesi è un boccone amaro da mandare giù.
La Lega «rifiuta la continua escalation dei contributi all’estero» e sottolinea come «la spesa per l’asilo, imputabile anche all’arrivo massiccio di profughi dall’Ucraina, sia esplosa». «Malgrado questi ingenti sforzi», si legge nell'odierna presa di posizione, «la Svizzera è di continuo sottoposta a vergognose pressioni e ricatti internazionali nel merito della guerra in Ucraina miranti a imporre la dismissione degli ultimi scampoli della nostra neutralità».
I cittadini svizzeri «si trovano confrontati con aumenti vertiginosi dei premi di cassa malati e del costo della vita in generale», viene evidenziato, «ma il Consiglio federale incrementa i contributi all’estero, invece di ridurli».
La Lega dei Ticinesi chiede dunque «una drastica decurtazione dei versamenti all’estero e della spesa per l’asilo». Questo, «affinché le risorse risparmiate vengano destinate alle necessità dei cittadini elvetici, manifestamente considerati dal Consiglio federale e dalla partitocrazia come l’ultima ruota del carro».