Il 62% degli svizzeri (secondo un sondaggio) lo chiede. Marco Chiesa: «Pronti per lanciare a luglio una nuova iniziativa»
LUGANO - L'immigrazione va limitata. Ne è convinta la maggioranza dei sostenitori di tutti i partiti borghesi, almeno stando al sondaggio di Tamedia e 20 Minuti sottoposto a oltre 50 mila persone provenienti da tutta la Svizzera. I dati sono abbastanza eloquenti: il 62% degli intervistati (in Ticino il 65%) è a favore di un controllo maggiore dell'immigrazione. Lo sono il 41% dei socialisti, il 51% dei Verdi e Verdi Liberali e oltre il 70% dei sostenitori del Centro e PLR. Ma, soprattutto, il 93% degli elettori dell'UDC.
Un responso senza dubbio coerente con quelle che sono le inclinazioni di un partito che, da tempo, spinge a favore di un'iniziativa volta a intervenire severamente per limitare l'arrivo di stranieri all'interno dei confini nazionali, come conferma il presidente dell'UDC nazionale, Marco Chiesa «Quest’anno la popolazione residente in Svizzera supererà quota nove milioni. Durante il solo 2022, la libera circolazione ha generato un’immigrazione netta di 81'000 persone, ben più di tutta la popolazione di Lugano. In un solo anno. Di questo passo raggiungeremo presto una popolazione di 10 milioni».
Per lei, in sostanza, questo non è un modello di crescita sostenibile
«Secondo me e secondo i due terzi degli svizzeri interpellati. E giustamente, direi».
Quali rischi intravede in caso tutto resti com'è?
«Un’immigrazione incontrollata, basata sulla quantità e non sulla qualità, porterà senza alcun dubbio il Paese in rovina. Basti osservare gli effetti, già insostenibili, sul traffico e sull’ambiente. Ma anche il bisogno sempre più elevato di energia e il peso che tutto questo comporta per trasporti, ospedali e scuole. Anche la cementificazione avanza e in molti casi sfigura il Paese che conosciamo. Per non parlare del settore dell’asilo e della crisi migratoria che è alle porte. Sarebbe un’ingenuità imperdonabile non vederla o sottovalutarla. Due cantoni, Lucerna e Argovia, hanno già dichiarato lo stato d’emergenza».
Cosa intende con “immigrazione di qualità”?
«Un'immigrazione complementare e non di sostituzione dei residenti, che porti valore aggiunto al Paese e non, al contrario, che lo impoverisca».
La tematica sembra stare a cuore anche all'elettorato orientato verso il centro-sinistra
«Questi temi sono trasversali ai partiti, alle classi sociali, alle generazioni e ai luoghi di residenza. Il sostegno a un’immigrazione misurata, fortunatamente, non concerne solo gli elettori del mio partito».
L'UDC sta già facendo campagna in questo senso
«Ci abbiamo già provato nel 2014 con un’iniziativa UDC, poi sabotata alle camere federali. È tempo di correre ai ripari. Per questo motivo il primo luglio, durante l’assemblea dei delegati dell’UDC, discuteremo, e sono certo approveremo, il lancio di una nuova iniziativa popolare per far sì che il nostro Paese riprenda in mano le redini della propria immigrazione e non debba continuamente subirla mentre la popolazione ne paga il prezzo. Una Svizzera da 10 milioni di persone non è più Svizzera, è un altro Paese».