Come mai l'obbligo di segnalare i casi non viene rispettato? Lo chiede l'Mps al Governo.
BELLINZONA - «È necessario un cambiamento da parte del Ticino». È quanto afferma l'Mps presentando un'interpellanza sulle mancate segnalazioni, da parte del Cantone, dei nominativi dei docenti ai quali è stato revocato il diritto all'insegnamento. Dal 2004 i nomi dei maestri e professori condannati penalmente ai quali è stato imposto il divieto di esercitare la professione devono infatti essere comunicati alla Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) per essere inseriti sulla black list nazionale. Nonostante negli ultimi anni siano stati molteplici, negli ultimi anni, i casi registrati sul nostro territorio, il Cantone non ha però mai rispettato questo obbligo.
L'Mps pone quindi le seguenti domande al Consiglio di Stato:
1. L’Accordo intercantonale sul riconoscimento dei diplomi scolastici e professionali è un atto vincolante anche per il Canton Ticino?
2. Se sì, per quale ragione il DECS non ha mai dato seguito al suo obbligo di indicare i nominativi dei docenti condannati per reati a sfondo sessuale?
3. Dopo la pubblicazione dell’articolo del 2018 della Sonntagszeitung (che segnalava già le comunicazioni mai fatte dal Canton Ticino ndr.) il Consiglio di Stato si è chinato sulla problematica e ha chiesto all’allora direttore DECS, Manuele Bertoli, per quali ragioni l’Accordo intercantonale su questo punto non veniva rispettato?
4. Dal 2004 ad oggi quanti sono stati i docenti condannati in Ticino per reati a sfondo sessuale?
5. Non ritiene di dover procedere, in tempo brevi, a “regolarizzare” la posizione del Cantone su questo punto?