Con una mozione, il Gruppo UDC chiede al Governo di muoversi per trovare altri sette cantoni in vista di un eventuale referendum.
BELLINZONA - L'UDC Ticino - con una mozione e un'interpellanza firmate Tuto Rossi - si è mosso per contrastare quella che il partito definisce «la strisciante sottomissione» della Svizzera al diritto straniero. Nello specifico il partito chiede al Consiglio di Stato di attivarsi direttamente con il Dipartimento degli affari esteri «per condizionare i negoziati della Confederazione con l’Unione Europea», impedendo che vengano firmati accordi che «sostituiscano il nostro diritto con quello straniero».
«Perdita di autonomia» - Lo scorso 29 marzo, ricorda l'UDC, il Consiglio federale ha conferito ai vari Dipartimenti il mandato di definire gli elementi chiave per l’avvio di nuovi negoziati con l’Unione Europea. «L’obiettivo - precisa il partito - è quello di adottare il diritto europeo in blocco, compresa la competenza giurisdizionale della Corte di Giustizia dell’Unione europea. Su questo punto Bruxelles è intransigente e si tratterebbe di un passo irreversibile verso la perdita della propria autonomia e dei diritti popolari svizzeri».
Otto cantoni per un referendum - Per evitare che questo accada, l'UDC Ticino si appella alla Costituzione svizzera che prevede che i Cantoni partecipino alla politica estera e che otto cantoni possano chiedere un referendum su trattati internazionali. «È dunque nel supremo interesse del Ticino - fanno presente i democentristi - di farsi già sin d’ora parte pro-attiva nelle trattative con l’Unione Europea per impedire che la Svizzera, con accordi che costituiscono l’anticamera dell’accettazione del diritto europeo e della giurisdizione dei tribunali stranieri, perda la sua identità e libertà». Per questo nel testo della mozione l'UDC Ticino chiede a Bellinzona di cercare «altri sette cantoni disposti a opporsi sin d’ora con tutti i mezzi costituzionali a tutti i trattati internazionali che prevedono la sottomissione della Svizzera a un diritto straniero e alle sentenze di tribunali stranieri come la Corte di Giustizia dell’UE».