«Un disastro strategico senza precedenti» affermano.
BELLINZONA - «Peggio di così il Consiglio federale non poteva comportarsi: la ministra della difesa Viola Amherd ha deciso che la Svizzera aderirà al progetto “Sky Shield” della NATO. La svolta accelerata ultra-atlantista del governo, senza peraltro passare dal popolo, è sempre più grave ed è una esplicita strategia di rottamare del tutto quel che resta non solo della neutralità svizzera ma pure della nostra credibilità diplomatica!».
Inizia così una dura nota del Partito Comunista in merito alle ultime decisioni di politica estera del Governo federale. «Passo dopo passo, con una “tattica del salame”, il Consiglio federale ci farà aderire alla NATO schierandoci attivamente nelle guerre che saranno provocate dall’espansionismo americano in Europa».
Gli esponenti del partito si congratulano poi con il Movimento Svizzero per la Pace «per aver tempestivamente condannato questa decisione del governo dichiarando che “con l’adesione all’alleanza Sky Shield, il Consiglio federale afferma molto chiaramente che la Svizzera non farà da mediatore né offrirà i suoi servizi diplomatici in caso di un’ulteriore escalation della guerra in Ucraina, ma sarà al fianco del blocco NATO dal punto di vista militare”».
Prima ci hanno fatto comprare i caccia F-35A - prosegue la nota - «senza però dire al popolo che sottostavano a un vincolo tecnologico che li rendeva inutilizzabili senza l’ok del Pentagono (cioè della NATO). Poi la Svizzera ha rifiutato di firmare il Trattato ONU sulla proibizione delle armi nucleari (proprio per non ostacolare i piani della NATO), dopodiché sono state annunciate manovre militari congiunte fra il nostro esercito e la NATO (proprio quando la NATO, per interposta persona, si trova nel bel mezzo di una guerra in Europa)».
E ora - aggiungono - «Viola Amherd ha firmato una dichiarazione d'intenti per aderire allo Sky Shield, una sorta di scudo missilistico (in cui ovviamente americani e israeliani la fanno da padroni, poteva essere altrimenti?) che prevede l’integrazione militare e lo scambio di dati fra le forze armate svizzere e i soli eserciti NATO apertamente orientati contro la Russia». Per il Partito Comunista «oltre al rischio di finire quindi bersagli in caso di conflitto più esteso, si snatura completamente il principio di neutralità fra blocchi».
E ricordano che «non solo siamo finiti nella lista nera della Russia (cioè di fatto ostili a tutte le nazioni emergenti eurasiatiche) perché abbiamo aderito a sanzioni unilaterali dell’UE che stanno causando inflazione e fallimenti, ora ci schieriamo anche dal punto di vista militare con un’alleanza offensiva che si trova già in guerra! Un disastro strategico senza precedenti a cui si può rispondere votando in ottobre la lista “No UE – No NATO” che il Partito Comunista promuoverà sia al Consiglio Nazionale sia al Consiglio degli Stati».