Il sindacato SSP/VPOD difende i propri lavoratori: «Il polverone sull'Agenda è chiaramente una strumentalizzazione politica»
BELLINZONA - È un vero e proprio polverone quello che si è alzato attorno all'Agenda scolastica ideata dal DECS e dal DSS. La polemica era divampata attorno a due pagine dedicate alla tematica dell'identità di genere. E si era diffusa a macchia d'olio. Tanto che diversi comuni - tra cui anche Locarno e Lugano - hanno deciso di non distribuirla agli allievi di quinta elementare.
Sulla (spinosa) vicenda oggi si è espresso anche il Sindacato SSP/VPOD, tacciandola come «una strumentalizzazione politica» che «non solo ha gravi ripercussioni sulle persone con un’identità di genere fluida», ma è anche «un affronto contro la professionalità di lavoratrici e lavoratori rappresentati dal nostro Sindacato».
Il primo affronto, spiega il VPOD - è nei confronti di chi ha ricevuto il mandato di redigere l'agenda. «Queste persone sono specialisti e sono sicuramente in grado di presentare qualsiasi tema, adattando la forma alla fascia d'età target». Il secondo è invece nei confronti dei docenti. «Sono professionisti dell'insegnamento e dell'educazione sono in grado di affrontare questi e altri temi, adattandoli al settore scolastico nel quale operano. Un docente è formato e sa parlare di genere, così come di morte, divorzio, guerra, etnia, razzismo».
Il VPOD conclude la sua presa di posizione invitando tutti «a fare il proprio lavoro e a rispettare quello degli altri».