Il Gran Consiglio ha approvato l'iniziativa popolare per l'abolizione dell'imposta, votata già nel 2016.
BELLINZONA - Ridurre il traffico veicolare e finanziare il potenziamento del trasporto pubblico interno e transfrontaliero.
Sarebbe questo lo scopo della tassa di collegamento, a cui dovrebbero essere assoggettati generatori di importanti correnti di traffico, come aziende e centri commerciali, che dispongono di 50 o più posteggi destinati a clientela o personale. Un'imposta votata favorevolmente dal popolo ticinese nel 2016, ma mai entrata in vigore per via di tira e molla, tra votazioni, ricorsi e stand-by. E che, forse, mai entrerà in vigore.
Nel pomeriggio, il Gran Consiglio si è espresso con 57 voti favorevoli e 6 astenuti, sull'iniziativa popolare avanzata dal comitato interpartitico composto da UDC-Centro-PLR «SÌ all’abolizione della tassa di collegamento», per la quale sono state presentate 16'045 firme, più del doppio di quelle necessarie.
Primo promotore dell'iniziativa Piero Marchesi, insieme a Gianluca Padlina, Rocco Cattaneo, Marco Chiesa, Fabio Regazzi, Cristina Maderni, Sergio Morisoli, Maurizio Agustoni, Roberta Passardi, Roberta Soldati, Claudio Isabella, Fabio Käppeli.
«I lavoratori che si recano al lavoro con il proprio veicolo dovranno pagare almeno 875 franchi in più l’anno rispetto a quanto pagano già oggi. Entro pochi anni, questo importo supererà facilmente i 1’000 franchi l’anno di maggiori costi a carico dei cittadini e delle famiglie», la motivazione principale che ha spinto a proporre l'iniziativa. Secondo i promotori infatti «tassare i lavoratori e i consumatori che non hanno possibilità di fare a meno dell’automobile non permetterà di ridurre il traffico. Bisogna piuttosto sostenere più decisamente possibilità quali la condivisione dell’auto e la mobilità aziendale».
«Abolizione di una legge ancor prima che entri in vigore»
Samantha Bourgoin, Verdi del Ticino, ha dichiarato di aver firmato con riserva: «Formalmente può essere ricevibile l'iniziativa, ma mantengono la riserva. Essendo stata votata dalla popolazione, questa iniziativa la considero un affronto alla democrazia».
«La CO2 fa bene alle piante»
Senza ombra di dubbio, Maria Pia Ambrosetti ed Helvetica Ticino sostengono l'iniziativa: «Siamo favorevoli all’abolizione della tassa. Il popolo si espresso con oltre 16 mila firme. Inoltre, senza anidride carbonica di natura antropica cosa farebbe la vegetazione? Noi votiamo sì».
Si va al referendum
Il Gran Consiglio si è espresso a favore, sancendo dunque il primo passo verso il voto. Spetterà ancora una volta ai ticinesi esprimersi sulla questione.