Il Gran consiglio ha approvato il messaggio licenziato dal Governo. Accolta la referendabilità obbligatoria: si andrà al voto.
BELLINZONA - Dopo oltre quattro ore di discussione, a larga maggioranza il Parlamento ha dato il via libera (59 voti favorevoli, 22 contrari e 2 astenuti) alle «misure di compensazione in relazione alla diminuzione dei tassi di conversione effettuata dall'IPCT». Bocciati gli emendamenti proposti dall'MPS. Accolta, invece, con 31 voti (ne bastavano 25 favorevoli) la referendabilità obbligatoria: si andrà, quindi, al voto popolare.
La soluzione proposta, contenuta nel messaggio 8302, è frutto delle trattative svolte nella primavera di quest'anno tra una delegazione del Consiglio di Stato e i sindacati (non senza polemiche). Nello specifico, «si prevede un aumento del capitale di vecchiaia che sarà finanziato dal datore di lavoro e dai dipendenti. Inoltre l’IPCT adotterà, in maniera autonoma, ulteriori misure di compensazione di propria competenza». Per chi ha una carriera lavorativa completa davanti a sé (40-45 anni) «sarà salvaguardato l’attuale livello di rendita che è paragonabile a quello offerto da altre casse pubbliche. Per gli altri affiliati la riduzione della rendita sarà contenuta a un massimo del 2%». All’IPCT sono assicurati i dipendenti del Cantone, i docenti comunali, così come i dipendenti di oltre un centinaio di enti pubblici o di pubblica utilità (in totale, 17’000 persone).
«Il Cantone è il principale datore di lavoro del Ticino e ciò comporta delle responsabilità», ha spiegato Bixio Caprara (PLR), relatore del rapporto di maggioranza insieme a Samantha Bourgoin (Verdi), Fiorenzo Dadò (Il Centro) e Ivo Durisch (PS): «Si tratta di un accordo condiviso tra le parti - ha aggiunto - È una misura per la protezione del ceto medio».
Il rapporto di minoranza, invece, poneva una cinquantina di domande e invitava il Parlamento «a rinviare in Commissione il messaggio» affinché si potessero «eseguire gli opportuni e doverosi approfondimenti sulla base degli spunti esposti». «Il messaggio meritava tutt’altro approccio», ha commentato Omar Balli (Lega), relatore del rapporto di minoranza insieme a Paolo Pamini (UDC). «Non è stato possibile fare i doverosi e giustificati approfondimenti. Siamo arrabbiati e delusi». Critico, nei confronti del messaggio governativo, anche l’MPS: «Con questo cerottino - ha attaccato Matteo Pronzini - ci presentate la stessa merce avariata del 2012 e del 2022».
Nel suo intervento, il Consigliere di Stato Christian Vitta ha rimarcato come un datore di lavoro, «se vuole essere attrattivo», debba «offrire condizioni d’impiego interessanti».
Un principio condiviso anche dagli altri due consiglieri Norman Gobbi e Marina Carobbio Guscetti. «Siamo chiamati ad assumere le nostre responsabilità verso i dipendenti - ha aggiunto quest’ultima - Inoltre, ci dobbiamo confrontare con una carenza di personale qualificato».
Sul tema, con una nota, è intervenuto l'UDC Ticino:
«Grazie all’UDC, per la prima volta nella storia scatta il referendum obbligatorio! Si voteranno le misure di compensazione per mantenere le pensioni dei dipendenti pubblici a livelli non più conformi ai tempi. Nessuna sorpresa che il Gran Consiglio non abbia voluto dare seguito al rapporto di minoranza (relatori Paolo Pamini e Omar Balli) per rinviare in commissione un dossier impossibile da trattare in tempi volutamente troppo brevi ma che porterà inevitabilmente all’aumento delle imposte per garantire le rendite ai dipendenti dello Stato.
Il Popolo avrà la possibilità di esprimersi, per la prima volta nella storia automaticamente, sullaspesa milionaria che comporta il cambiamento della Legge sulla cassa pensione dei dipendenti pubblici LIPCT. Meno male, perché in aula del Gran Consiglio a pochi giorni dalle elezioni, c’era poca voglia di rimandare il rapporto in Commissione. Un dossier lungo decine di pagine con acrobatici calcoli tecnici per (non) dire che cosa? Che non sarà lo Stato con i suoi soldi, ma saranno i contribuenti a riempire la cassa dell’IPCT visto che i dipendenti pubblici sono stati illusi da anni che avrebbero ricevuto delle pensioni alte senza dover aumentare i propri contributi».