Cinque consiglieri comunali replicano alle esternazioni del presidente dell'UDC Marco Chiesa: «Servono soluzioni, non pubblicità negativa».
CHIASSO - Non sono piaciute a tutti le parole espresse ai microfoni della SRG da Marco Chiesa sulla situazione attualmente vissuta a Chiasso. Il consigliere agli Stati, nonché presidente dell'UDC nazionale, aveva infatti detto, durante una trasmissione di commento alle elezioni federali e rivolgendosi ai suoi colleghi presidenti di partito: «nessuno di voi attualmente vorrebbe vivere a Chiasso», facendo riferimento alla crisi migratoria con cui è confrontata la cittadina di confine.
Un commento, quello di Chiesa, che non è andato giù a cinque giovani consiglieri comunali di Chiasso - Christian Bruccoleri (PLR), Amedeo Mapelli (Il Centro), Gabriele Medici (PLR), Kavashar Ratnam e Yuri Bedulli (Unità di Sinistra) che hanno deciso di scrivere (e divulgare via stampa) una lettera aperta a Chiesa. Nella missiva i cinque giovani sottolineano che Chiasso «non ha bisogno di ulteriore pubblicità negativa» - il Blick di recente aveva definito il Comune ticinese come «la Lampedusa della Svizzera» -, ma bensì di «soluzioni concrete» per risolvere la crisi. «A noi, come a tanti altri nostri concittadini, piace davvero vivere nella “Lampedusa” del Ticino», precisano i cinque consiglieri comunali invitando Chiesa ad andare a Chiasso. «Siamo ben consci - continuano - che vi siano diversi seri problemi da risolvere, anche e soprattutto in merito alla questione della migrazione e dell’asilo. Siamo i primi ad ammettere e riconoscere, che la politica dovrebbe fare di più per Chiasso. Tuttavia fatichiamo ad accettare che rappresentanti eletti a livello federali, che dovrebbero fare gli interessi di tutto il nostro Cantone e conseguentemente anche della nostra Cittadina, si esprimano in questo modo».
«A Chiasso - concludono i cinque consiglieri comunali - la gente vive e può vivere anche molto bene. Se ci sono problemi (e ci sono), gradiremmo risolverli insieme e su tutti i livelli in cui la politica ce lo permette. Di conseguenza oggi non servono pubblicità negative né sensazionalismi, bensì soluzioni concrete».