Lo chiedono in un'interrogazione depositata in Gran Consiglio Massimiliano Ay e Lea Ferrari
BELLINZONA - Un'interrogazione depositata in Gran Consiglio per chiedere lumi sulle lezioni "militari" dello scorso 15 novembre al CPT di Locarno: è quella presentata da Massimiliano Ay e Lea Ferrari, deputati del PC. «Ci risulta che il giorno prima - scrivono - gli insegnanti siano stati invitati ad approfittare di tale presenza (ndr. dell'esercito) al fine di organizzare attività didattiche con le classi. Nel frattempo Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) ha preso posizione, denunciando quanto avvenuto come l’ennesimo (quanto subdolo) tentativo delle forze armate di interferire con i programmi scolastici».
E allora ecco le questioni con cui si interroga il parlamento: «Il DECS è al corrente di questa iniziativa dell’esercito presso il CPT di Locarno? Quando è stata prevista e organizzata? Quali altre sedi scolastiche sono state o saranno oggetto di tale attenzione da parte delle forze armate?». Ma soprattutto, quali erano gli scopi didattici di questa presenza dell’esercito a scuola?».
I due esponenti del PC chiedono anche «in conformità a quale parte dei piani di studio impartito al CPT si inseriva l’offerta dell’esercito di incontrare le classi e se era un’attività ritenuta utile da un punto di vista educativo, a cosa è dovuto il corto preavviso con cui sono stati informati i docenti».
Ay e Ferrari desiderano conoscere «quanti docenti del CPT di Locarno hanno effettivamente approfittato della presenza dell’esercito quel giorno a scuola accompagnando le proprie classi a visitarne i mezzi e a incontrarne i funzionari e con quali motivazioni didattiche hanno giustificato la modifica – peraltro così repentina – della loro lezione».
L'interrogazione solleva anche un altro aspetto, il pluralismo di insegnamento. «Durante le visite delle classi agli ospiti in divisa è stato garantito?».
Viene chiesto inoltre se «agli studenti delle classi coinvolte che avessero manifestato un’obiezione di coscienza veniva garantita la libertà di non partecipare a tale visita alle forze armate?». E si domandano se «nel nome del pluralismo e della neutralità dell’insegnamento, il CPT di Locarno prevede ora di organizzate incontri simili anche, ad esempio, con enti attivi nell’ambito del Servizio Civile Sostitutivo?».