I Verdi del Ticino temono che i terreni dove sorgono attualmente le Officine di Bellinzona sia altamente inquinati.
Chiedono con un'interpellanza al governo di fare più chiarezza.
BELLINZONA - «Inquinamenti Officine di Bellinzona», si intitola così l'interrogazione presentata al Consiglio di Stato da Marco Noi, Matteo Buzzi, Samantha Bourgoin, Giulia Petralli e Nara Valsangiacomo. Cinque le domande inoltrate al governo dal gruppo parlamentare in Gran Consiglio dei Verdi del Ticino che vanno a vagliare l'effettivo stato del terreno, potenzialmente inquinato, dove attualmente sono insediate le Officine FFS.
Nero su bianco scrivono che «il fondo 2476 di Bellinzona (dove attualmente si trovano le Officine FFS) è iscritto nel Catasto cantonale dei siti inquinanti come fondo per il quale "è necessario procedere a un'indagine"». Secondo il gruppo di firmatari, in fondo è poi dichiarato implicitamente inquinato nella «Dichiarazione d’intenti firmata l’11 dicembre 2017 da Cantone, Città di Bellinzona e FFS in cui si afferma che “(…) I terreni verranno consegnati liberi da edifici e impianti e non contaminati ai sensi dell’OSiti. FFS si impegna a effettuare a proprie spese le indagini necessarie a stabilire la qualità del terreno ai sensi OSiti”». «In maniera più esplicita - continuano - ce lo dice invece il Catasto dei siti inquinati dell’Ufficio federale dei trasporti il quale segnala svariati oggetti inquinati che in parte (a est dei binari) costituirebbero una minaccia per le acque sotterranee».
Fanno poi appello alla Legge federale sulla protezione dell'ambiente (LPAmb) che obbliga «al risanamento dei siti inquinanti e che la competenza dell'esecuzione della LPamb incombe ai Cantoni». Dall’Ordinanza federale sul risanamento dei siti inquinati (OSiti) si evince inoltre che “(…) l’autorità, per un sito che dev’essere sottoposto a indagine, esige che entro un termine adeguato venga eseguita un’indagine preliminare (…)” e «che venga disposta un’indagine dettagliata per meglio ponderare la necessità e l’urgenza di un risanamento, al fine di proteggere le acque sotterranee, le acque superficiali, l’aria e il suolo da possibili inquinamenti nocivi alle persone».
Il progetto del Nuovo Quartiere Officine prevede che, al posto di binari e dell'attività industriale pesante che viene portata avanti da oltre 100 anni, le aree siano destinate a un'area residenziale intensiva. Il rischio di trovarsi di fronte a un nuovo caso Escher Wyss è davvero alto, puntualizzano. I Verdi evidenziano che a Zurigo, «per la zona industriale Sulzer dunque una zona con attività industriali analoghe a quelle delle Officine FFS – la prevista bonifica del terreno ha dovuto essere abbandonata per ragioni di costi e il terreno ha dovuto essere impermeabilizzato con del cemento, per evitare ulteriori infiltrazioni verso la falda».
Per queste ragioni viene chiesto al Consiglio di Stato: