Davide Caccia: «Non vanno criminalizzate le molte persone che fanno fatica a tirare fine mese».
CADENAZZO - «Non criminalizziamo chi fatica». Il Centro di Cadenazzo esprime le proprie preoccupazioni sulle modifiche legali decise dal Cantone, che impongono ai Comuni di denunciare penalmente chi non paga i premi di cassa malati e non risponde alla richiesta di incontro formulata dagli uffici comunali.
«Per colpire i “furbi” - recita l'interrogazione presentata da Davide Caccia - non vanno criminalizzate le molte persone che fanno fatica a tirare fine mese. I premi di cassa malati sono fuori controllo con aumenti annui che incidono sempre più sulla qualità di vita di troppe famiglie. Va fatta una “guerra” alla povertà, non ai poveri».
Nell'interrogazione il gruppo politico ricorda che «il Cantone spende ogni anno milioni di franchi a causa di chi non paga i premi di cassa malati; è quindi naturale che siano svolti tutti i controlli necessari perché questi soldi non vadano a coprire i “buchi” lasciati da dei “furbi” che potrebbero pagare ma non lo fanno. In questa categoria di furbi rientrano i falsi nullatenenti che hanno tutto intestato a società, chi lavora in nero e fa finta di non avere un impiego, chi sperpera il proprio salario e poi non paga imposte e cassa malati, ecc.».
Questi “furbi”, sottolineano gli esponenti del partito, «ne siamo convinti, rappresentano però una minoranza che va identificata e combattuta con i giusti strumenti, senza potenzialmente criminalizzare tutti quelli che fanno davvero fatica ad arrivare a fine mese. Per questo, Il Centro guarda con preoccupazione alla richiesta che il Cantone ha imposto ai Comuni di denunciare al Ministero pubblico tutte le persone che non pagano i premi malattia e non si presentano quando convocati ad un incontro».
La prima preoccupazione «è quindi di carattere umano: quante persone realmente in difficoltà si ritroveranno a dover far fronte non solo ai debiti, ma anche ad una denuncia penale? Una seconda preoccupazione è di ordine operativo e legata al rischio di intasare la giustizia ticinese: la Magistratura ha davvero tutte queste risorse per gestire le numerose denunce che si troverà a ricevere?» si chiedono.
Un’ultima preoccupazione è legata «ai rapporti tra Cantone e Comuni: questa modifica di normativa è stata decisa unilateralmente dal Cantone, imponendo ai Comuni – che in questo campo agiscono in rappresentanza del Cantone – molto lavoro amministrativo extra, chiedendo loro di fatto di assumerne anche i costi. Dopo l’improvvisazione della manovra fiscale, dove il Cantone fa pagare ai Comuni l’aumento del proprio moltiplicatore, questa è purtroppo l’ennesima dimostrazione di come il dialogo tra i due livelli istituzionali debba urgentemente migliorare. Le soluzioni vanno preparate, discusse assieme e realizzate al meglio, non giocando allo scarica barile».
Di qui le domande al Municipio: «Quali istruzioni ha ricevuto il Municipio da parte del Cantone in relazione alla modifica di prassi e di legislazione per la gestione dei morosi di cassa malati? Come valuta il Municipio l’impatto amministrativo per il Comune di Cadenazzo di questa nuova impostazione? Come sarà indennizzato il Comune da parte del Cantone per ogni procedura che giungerà a una denuncia, che conduce ad accertare una comprovata impossibilità di pagare gli scoperti di cassa malati, che conduce alla soluzione degli scoperti di cassa malati? Come valuta il Municipio dal profilo del principio, l’introduzione del sistema della denuncia penale?».