IL PLR non condivide la scelta dei dipendenti pubblici che giovedì sciopereranno e si oppone alla strumentalizzazione politica della scuola.
BELLINZONA - «Insostenibile» e «controproducente». È con questi due aggettivi che il PLR boccia inequivocabilmente lo sciopero dei dipendenti pubblici annunciato dai sindacati e in programma il prossimo giovedì 29 febbraio. «Questa astensione dal lavoro - precisa il partito in una nota - si trasformerà presto in un boomerang, perché la popolazione - già confrontata con situazioni di difficoltà - non comprenderà, né condividerà una nuova protesta che, stavolta, interferirà con importanti servizi dello Stato. E pensando all’importante votazione sulle misure di compensazione IPCT alle porte - è (per ora) agendata il prossimo 9 giugno, ndr - lo sciopero rischia di essere controproducente e doloroso».
«Una minoranza» - Secondo il PLR, poi, in piazza scenderà una «minoranza» dei dipendenti pubblici e dei docenti. «Purtroppo la maggioranza degli impiegati, che ha posizioni moderate e manifesta attaccamento al servizio pubblico, si trova sempre più a disagio con la divisione interna e con la radicalizzazione d’importazione manifestata in particolare dalla parte più intransigente dei docenti», sottolineano i liberali radicali, opponendosi «con forza alla strumentalizzazione politica della scuola».
«Dalla parte di chi lavora» - Il PLR infatti sosterrà e si schiererà dalla parte dei «dei tanti dipendenti pubblici operosi, che lavorano». A loro - attaccano i liberali radicali puntando pure il dito contro le posizioni intransigenti della maggioranza sindacale - «non servono scioperi, ma una gestione più orientata e moderna dell’amministrazione pubblica – dove si premiano i dipendenti capaci, dove si responsabilizza il loro ruolo».