Il Vpod tenta ancora una volta la strada del referendum.
BELLINZONA - Abrogare il Decreto Morisoli «con effetto immediato». È l'obiettivo annunciato dal testo dell'iniziativa presentata giovedì scorso alla Cancelleria di Stato dal sindacato Vpod. Insieme al primo firmatario, il segretario cantonale Raoul Ghisletta, compaiono le firme degli altri esponenti: Fausto Calabretta, Edoardo Cappelletti, Adriano Merlini, Michela Pedersini, Antonella Scianna e Stefano Testa.
Da oggi, 2 aprile, inizia dunque ufficialmente la raccolta firme. Il Vpod avrà tempo fino al 10 luglio, per raccogliere le 7mila firme necessarie per la sua riuscita; si tratta infatti di un'iniziativa popolare legislativa. Una meta non difficile da raggiungere, considerate le dure critiche e le proteste di piazza che nei questi mesi hanno visto schierarsi i settori sociosanitario e scolastico contro «gli inaccettabili tagli cantonali».
Abrogare il Decreto Morisoli, scrive il Vpod, servirebbe a impedire «ulteriori tagli nelle case anziani, nelle cure a domicilio, negli ospedali e nelle strutture sociali; per combattere i peggioramenti nella scuola, nella cultura e nella formazione/ricerca universitaria; per frenare il degrado dei servizi fondamentali: giustizia, sicurezza, trasporti pubblici, protezione dell’ambiente, servizi per il cittadino; per far prendere coscienza sui danni dell’attuale politica finanziaria squilibrata».
Il Decreto Morisoli era stato concepito dal capogruppo dell'Udc in parlamento Sergio Morisoli e dall'allora granconsigliere, oggi deputato al Nazionale, Paolo Pamini. Il decreto era stato approvato da Plr, Lega e Udc, ovvero la maggioranza del legislativo cantonale nell'ottobre 2021. Già allora non mancarono le opposizioni da parte del sindacato Vpod e dalla sinistra, tanto è vero che anche in questo caso era stata intrapresa la via del referendum. Una volta alle urne, i ticinesi lo avevano avallato: era il 15 maggio 2022 e il 57% si era espresso a favore, nonostante la bassa affluenza alle urne, pari a solo il 38,3%.