Interrogazione dei Verdi al Consiglio di Stato.
BELLINZONA - «Dai segnali ricevuti sembrano in aumento le situazioni in cui il personale attivo in settori, uffici e funzioni statali e parastatali si trova a dover gestire situazioni di tensione con l’utenza. Situazioni che talvolta sfociano in diverbi, minacce o aggressioni verbali o addirittura fisiche». A dirlo è un'interrogazione firmata da Giulia Petralli (Verdi del Ticino) insieme con i colleghi di partito Samantha Bourgoin, Matteo Buzzi, Marco Noi e Nara Valsangiacomo.
È il caso, per esempio, «del personale impiegato presso gli uffici dell’assistenza sociale, dell’esecuzione e fallimenti e anche della polizia che sempre più spesso si trovano confrontati con minacce, insulti o addirittura aggressioni». È anche il caso del personale «attivo nei servizi di cura, sia a domicilio che all’interno delle debite strutture, che può essere confrontato con molestie verbali, sessuali o violenze di altro tipo. Infine, lo è sempre di più anche il corpo docenti, che sembrerebbe essere confrontato con un aumento di alunni che mostrano serie difficoltà comportamentali all’interno delle classi. Alunni e alunne che possono provocare disagio se non timore negli insegnanti durante lo svolgimento delle lezioni».
Se a tratti è «il post-pandemia una delle più gettonate correlazioni al fenomeno in crescita, spesso ci si dimentica del contesto socioeconomico in cui ci troviamo. Le difficoltà economiche in cui si ritrovano sempre più famiglie, il malessere che sembrano vivere sempre più giovani e le prospettive non rosee di un futuro incerto non vedono attualmente una risposta e un sollievo in politiche economiche e sociali viepiù restrittive e austere. Tant’è vero che, senza voler sminuire altri contesti, l’aumento di situazioni a rischio si registra sempre più in settori e uffici in cui si ha a che fare con un’utenza esposta a questo genere di vulnerabilità e di difficoltà».
Il recente caso occorso alla Scuola Cantonale di Commercio di Bellinzona «è solo l’ennesimo emblematico segnale di una situazione particolarmente tesa e al contempo delicata che necessita da parte di istituzioni e politica delle serie riflessioni su come affrontare queste problematiche a protezione e salvaguardia delle relazioni interpersonali e in fin dei conti della cosiddetta pace sociale».
I granconsiglieri pongono alcune domande all'esecutivo: «Come valuta, in generale, le relazioni tra il personale dei propri uffici e l’utenza? Ha segnali di un aumento delle situazioni di tensione o addirittura di ostilità agita verbalmente o fisicamente tra utenza e impiegati dei propri servizi?». Inoltre, si chiedono «statistiche sulle segnalazioni del personale statale e parastatale che ha denunciato di aver subito sul posto di lavoro minacce, insulti o violenze da parte dell’utenza. Qual è attualmente la procedura che si attiva in seguito a una denuncia da parte di un dipendente statale o parastatale in caso di una situazione a rischio?». Nel caso si stia «effettivamente verificando un aumento dell’ostilità dell’utenza nei confronti del personale statale e parastatale, come si spiega questa situazione e cosa intende fare per porvi rimedio? Non ritiene che la propria politica di austerità o comunque di tagli possa contribuire a esacerbare le tensioni piuttosto che infondere fiducia?».