Per i Verdi del Ticino la remunerazione minima dovrebbe essere compresa tra gli 8 e i 12 centesimi per chilowattora.
BELLINZONA/BERNA - Si deve «intervenire urgentemente sulle tariffe minime troppo basse per l'elettricità prodotta da impianti solari». Lo fanno presente i Verdi del Ticino che nell’ambito della consultazione sull’attuazione della legge federale per l’elettricità si sono espressi «per una remunerazione minima più elevata, rispetto a quella inizialmente proposta dal Consiglio Federale». Una necessità che arriva «anche a seguito della recente deludente decisione di AET di adeguare nuovamente al ribasso le tariffe di remunerazione della corrente fotovoltaica». Insomma, per i e le Verdi del Ticino è fondamentale che venga introdotta al più presto una equa e incentivante remunerazione minima.
Recentemante, scrivono, il compenso proposto da parte dell'Azienda elettrica ticinese è passato da 8.5 cts/kWh del 2023 ai 6.5 del primo semestre 2024. «Troppo basso» dicono gli esponenti del partito, come lo è anche «l’ammontare di 4.7 cts/kWh messo in consultazione dalla Confederazione con la proposta di ordinanza di applicazione della legge per l'elettricità», poiché «è stata basata su una considerazione limitata a soli tre impianti di riferimento». Sostengono infatti che «i fattori utilizzati per determinare la remunerazione minima sono però quelli rilevanti».
Per loro «è necessario un approccio più differenziato che rifletta la diversità degli impianti effettivamente esistenti. Ad esempio, i costi di installazione per chilowatt variano enormemente tra impianti piccoli e grandi, e l'invecchiamento non ha lo stesso effetto. Anche percentuale di autoconsumo e tariffa elettrica locale effettiva variano notevolmente».
Rimane ad ogni modo chiaro che «l'intento principale della legge per l'elettricità», sia quello di accelerare l'espansione delle energie rinnovabili e per il quale «il Parlamento ha addirittura fissato obiettivi più ambiziosi del Consiglio Federale». Gli stessi principi su cui dovrebbe basarsi «anche l'ordinanza sull'attuazione».
Secondo i Verdi però «la proposta di attuazione della remunerazione minima per il fotovoltaico non corrisponde alla garanzia di ammortamento voluta dal legislatore. L'obiettivo della remunerazione minima per il fotovoltaico deve essere quello di migliorare la pianificazione e la sicurezza degli investimenti». Per il futuro ritengono sia pertanto necessario prevedere nuovi finanziamenti per l'installazione di pannelli fotovoltaici, tenendo in considerazione che quelli installati fino a oggi «sono stati ottimizzati principalmente per l'autoconsumo e le superfici dei tetti sono quindi raramente sfruttate appieno». Un effetto definito «indesiderato» che «ritarda e aumenta i costi della transizione energetica e comporta anche un aumento del fabbisogno di spazio».
Ritengono infine che la remunerazione minima debba essere «garantita anche agli impianti a basso consumo, affinché possano essere ammortizzati». Per questo «dovrà essere compresa tra 8 e 12 cts/kWh».