A lanciare l'allarme, attraverso un'interrogazione, è il granconsigliere Claudio Isabella.
CEVIO/BELLINZONA - Dopo il nubifragio che l'ha investita, la Vallemaggia cerca di ripartire. E chi in valle ci lavora lo fa anche grazie alle indennità per lavoro ridotto. C'è però chi non ne può beneficiare, ovvero gli indipendenti, i datori di lavoro e i loro familiari. A segnalarlo, attraverso un'interrogazione diretta al Consiglio di Stato, sono i granconsiglieri Claudio Isabella (primo firmatario), Alessio Ghisla, Alessandro Corti e Paolo Caroni.
«Come ben sappiamo, nelle Valli non ci sono grosse aziende che impiegano un gran numero di lavoratori», contestualizzano i deputati del Centro. «La maggior parte delle attività economiche sono piccole imprese familiari: falegnami, agricoltori, pittori, negozi, bar, ristoranti e parrucchieri. Queste società di norma hanno forme giuridiche come l'impresa individuale o la società a garanzia limitata, dove il datore di lavoro è spesso anche un lavoratore».
I datori di lavoro o i loro familiari «rischiano quindi di trovarsi senza attività o con un'attività ridotta, magari senza auto, senza casa e, purtroppo, anche senza salario».
Per Isabella e colleghi «il prezzo che queste persone stanno pagando, senza alcuna colpa, è decisamente troppo alto», ed è quindi necessario che il Cantone intervenga con misure di sostegno e aiuto.
A tal proposito al Consiglio di Stato vengono poste le seguenti domande:
1. Intende il Lodevole Consiglio di Stato mettere in atto un aiuto mirato per le persone di cui sopra?
2. Nel caso affermativo, cosa intende fare il Consiglio di Stato a riguardo?
3. In caso di risposta negativa alla domanda 1., cosa intende fare di concreto il Lodevole Consiglio di Stato per aiutare un gran numero di famiglie a far fronte al mancato reddito, oltre alla solidarietà e vicinanza già espressa?