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L'Mps, sulla vicenda del prete finito in manette, critica il lungo silenzio prima della denuncia alle autorità: «Tempistiche inconcepibili»
BELLINZONA - Dopo la richiesta avanzata dall'Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori, anche l'Mps ritorna sulla vicenda dell'arresto del prete, docente al collegio Papio di Ascona e al liceo di Savosa, indagato per reati di natura sessuale.
La proposta è la medesima, solo che qui assume la forma dell'iniziativa parlamentare elaborata, invitando alla Modifica dell’art. 7 della Legge sulla Chiesa cattolica relativa ai reati di membri del clero.
«La vicenda - sottolinea l'Mps - ha portato alla luce, ancora una volta, la questione dei rapporti tra Stato e Chiesa, più in particolare tra autorità giudiziaria e autorità religiosa». «Le diverse prese di posizione della Curia, hanno permesso di chiarire, almeno in parte, la dinamica temporale dei fatti, ma non hanno risolto una serie di questioni di fondo. Tra queste quella che a noi pare decisiva è quella della tempestività della denuncia da parte delle autorità religiose quando vengono in possesso di informazioni relative alla configurazione di reati che coinvolgono dei religiosi».
L'Mps, si domanda se sia «concepibile che tra il momento del contatto con la Curia e la decisione di segnalare la vicenda alla Procura siano intercorsi praticamente due mesi».
Il Movimento per il socialismo, che ha già sollevato la questione in una recente interpellanza, per accelerare l’iter legislativo riformula la richiesta sotto forma di iniziativa parlamentare elaborata.
La modifica dell'articolo di legge che propone è la seguente:
Art. 7 Obbligo di notifica e segnalazione
Cpv. 1 (Nuovo)
Ogni reato perseguibile d’ufficio o sospetto di reato che concerne un ecclesiastico deve essere immediatamente segnalato all’autorità giudiziaria civile. L'Ordinario è responsabile della segnalazione.
