Il caso del professore esonerato a giugno innesca l'interpellanza del Movimento per il socialismo: «Atto abusivo e ingiustificato»
MENDRISIO / BELLINZONA - Il caso del docente esonerato e sospeso, da un giorno all'altro, alla SPAI Mendrisio finisce ora anche sui tavoli della politica cantonale. Sulla vicenda, che risale allo scorso mese di giugno, ha preso parola il Movimento per il socialismo (MPS) che ha interpellato il Consiglio di Stato con tre domande.
Riavvolgiamo brevemente il nastro. Siamo a giugno, a pochi giorni dalla fine dell'anno scolastico. E Roberto Caruso, docente di elettrotecnica del Centro professionale tecnico di Mendrisio, viene sollevato dal suo incarico con effetto immediato, tra una lezione e l'altra. Il motivo? Come si è potuto leggere sui media ticinesi nelle scorse settimane, per una violazione dei suoi doveri di servizio nella forma di "un atteggiamento irrispettoso verso i suoi superiori". Un prospettato licenziamento «abusivo e ingiustificato» scrivono nell'atto parlamentare Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi, criticando duramente la gestione del caso da parte del DECS.
Un atto «abusivo e ingiustificato»
Un prospettato licenziamento che «sarà cassato dai tribunali anche solo per la procedura adottata che fa a pugni con le disposizioni legali vigenti nel nostro Cantone e Repubblica» ma «ciò avverrà, se Roberto Caruso avrà il coraggio e la forza d’andare fino in fondo, unicamente fra 3-4 anni. Nel frattempo “il coltello per il manico” e i cordoni della borsa (il salario) sono nelle mani dei solerti dirigenti del DECS». Una vicenda che i due deputati sottolineano essere «preoccupante non solo dal punto di vista del diritto, ma anche da quello delle implicazioni finanziarie che potrebbe comportare per il Cantone».
La domanda che si pongono gli interpellanti a questo punto è «se il Governo ha piena coscienza delle conseguenze, potenzialmente costose, di questo atteggiamento arrogante e prepotente adottato dalla direzione del DECS». Perché, proseguono, dallo scorso giugno il docente «è sospeso dall’insegnamento con diritto al versamento del salario. Immaginiamo che nel corso dei prossimi mesi, esperita la procedura conciliativa, gli verrà intimato il licenziamento con un termine di disdetta di 6 mesi (indicativamente il prossimo 30 aprile 2025)». E q quel punto, «per la sua sostituzione dovrà venir ingaggiata una nuova o un nuovo docente». E «indipendentemente dal fatto che Roberto Caruso contesti il licenziamento, il costo a carico dell’ente pubblico sommerà a diverse decine di migliaia di franchi. Nel caso di una contestazione davanti alle istanze giudiziarie il danno per l’ente pubblico corrisponderà al salario fino al pensionamento, dunque fino al 2028».
Tre domande
Si arriva così alle tre domande indirizzate all'attenzione del Governo, a cui viene chiesto se «il collegio governativo, vista anche la rilevanza mediatica avuta dalla vicenda, ha già discusso del licenziamento del docente» e, soprattutto, se «condivide la linea seguita dalla direzione del DECS». E infine, se l'esecutivo «è consapevole che, in base alla legge sulla responsabilità civile degli enti pubblici e degli agenti pubblici, vi è il rischio che i singoli consiglieri di stato possano dover passare alla cassa».