Proiezioni errate relative a una cassa pensione privata sconvolgono il fronte degli oppositori. Marchesi: «Giusto fare chiarezza».
«Una riforma che favorisce i ceti meno abbienti», dichiarano i promotori mentre per gli oppositori è vero l'esatto contrario: la riforma della previdenza professionale LPP affossa il budget soprattutto di chi guadagna meno e magari lavora a tempo parziale.
Trovare la verità nel mezzo, come vorrebbe l'adagio popolare, sembra estremamente complesso vista la distanza degli opposti.
In questo caso particolare, nemmeno i dati hanno contribuito a fare chiarezza. Anzi, quelli citati dal comitato dei contrari sono risultati sbagliati per una «errata interpretazione» dei dati del fondo pensione Proparis. Questo è un fondo abbastanza importante che assicura circa 71'000 persone e che verrebbe toccata dalla riforma LPP.
A evidenziare l'errore macroscopico - in un periodo in cui le proiezioni statistiche sulla previdenza non vivono un momento particolarmente felice non sono - è stato (fra gli altri) il TagesAnzeiger in un articolo della scorsa settimana.
Stando ai numeri sopracitati, che risalivano al 2023 e non erano stati più ricontrollati, a subire ripercussioni negative - in caso di approvazione della riforma - sarebbero stati soprattutto le fasce degli assicurati over 50, con redditi medio-bassi così come alcune categorie professionali (come i parrucchieri e gli estetisti).
Questa cosa è poi stata impugnata dal fronte del “no”, nella fattispecie dall'Unione Sindacale Svizzera (Uss) che ne ha fatto la spina dorsale della sua campagna.
Lo scorso giovedì Proparis ha pubblicato le previsioni riviste per quanto riguarda un possibile scenario relativo a un “sì” alla riforma LPP che mostrano un ritratto piuttosto diverso. A comunicarlo è il Comitato favorevole all'iniziativa.
«Considerati tutti gli assicurati il risultato è che in tutte le fasce di età una maggioranza (dal 51% al 55%) riceverà una rendita più elevata. Questo è ancora più vero per quanto riguarda i redditi medio-bassi e a chi lavora part-time (dal 76% al 95%)», confermano.
Una revisione, questa, che di fatto scompagina le carte - e in maniera decisamente importante - nel campo degli oppositori.
«Ci fa senz'altro piacere che le persone potranno andare al voto avendo a disposizione dei dati chiari e soprattutto corretti», commenta Piero Marchesi del fronte del “sì”, «per noi questa riforma è importante e va sostenuta perché è una risposta concreta alle lacune previdenziali di chi si trova in situazioni più precarie, dei lavoratori a tempo parziale, di chi magari lavora contemporaneamente per più datori, così come per chi ha un reddito medio-basso oppure non è ancora assicurato in una cassa pensione».