I tagli proposti dal Governo non convincono.
BELLINZONA - Il preventivo del 2025 formulato dal Consiglio di Stato continua a far discutere. Questa volta a esprimere il proprio disappunto è l'associazione che riunisce i docenti di educazione fisica del Canton Ticino (STDEF). «Non possiamo che manifestare la nostra grande preoccupazione generata dalla proposta di taglio, da parte del cantone, del contributo per le sezioni di scuola elementare in favore dei comuni», si legge in una nota stampa.
Nello specifico questo taglio, contenuto nel preventivo 2025, «va a colpire i docenti specialisti di educazione fisica e di educazione musicale per i quali, i comuni, non riceveranno più alcun contribuito per tale voce di spesa». Per semplificare la questione, «si tratta della cancellazione del sostegno che il cantone versa ai comuni per garantire l’assunzione di docenti specialisti nelle materie citate».
«Ci permettiamo di osservare come questo taglio, con un puro scopo di bilancio, sia poco lungimirante e pericoloso per le allieve e gli allievi in particolar modo dei comuni con una minore forza finanziaria. Con questa misura i comuni si troveranno di fronte ad una scelta che per alcuni sarà molto difficile: rinunciare all’assunzione di un docente specialista in educazione fisica delegando le ore settimanali al docente titolare oppure assumersi un maggior onere finanziario per continuare a garantire ad allieve e allievi un insegnamento di qualità elevata. La scuola dovrebbe essere uguale per tutte le allieve e tutti gli allievi, da Airolo a Chiasso, indipendentemente da dove essi siano domiciliati. Con questa misura vi è il forte rischio che questo principio fondamentale non sia più garantito. L’allieva del comune finanziariamente debole potrebbe non più beneficiare di un docente specialista, contrariamente all’allievo di un comune finanziariamente più forte».
Numerosi studi, spiega il comunicato stampa, dimostrano come la fascia d’età che racchiude le scuole elementari sia molto importante se non determinante, per lo sviluppo motorio delle bambine e dei bambini. «In un periodo storico che vede ridursi sensibilmente la pratica di attività motoria regolare tra i giovani, mandare un messaggio come quello che viene dato da questo taglio, ci fa pensare che questo sia stato fatto puramente per motivi contabili scegliendo di ignorare le conseguenze pedagogiche e di benessere. Disporre di un docente specialista nella materia, garantisce senza dubbio una qualità e una specificità maggiore delle lezioni, a beneficio delle scolare e degli scolari».
Ridurre la spesa cantonale «a scapito dei più giovani inoltre rischia di avere, in futuro, ripercussioni di salute pubblica e di riflesso anche finanziarie, probabilmente più elevate del risparmio a cortissimo termine contabilizzato in questo preventivo. Non possiamo non notare una chiara mancanza di visione a medio termine in questa situazione. È risaputo come sia in atto la revisione della legge sulla scuola, in cui si vorrebbe introdurre l’obbligatorietà della figura del docente specialista anche per le lezioni di educazione fisica e di musica. Questo significa che da un lato si vuole inserire obbligatoriamente il docente specialista, ma dall’altro si vuole riversare il costo di tale misura sui comuni».
Altra possibilità, «ancora più preoccupante per le future allieve e allievi, è quella che questa misura anticipi una cancellazione definitiva della figura del docente specialista per queste materie nella nuova legge sulla scuola. Questa opzione non farebbe altro che evidenziare ancor maggiormente l’assenza di una programmazione a medio-lungo termine da parte del cantone nel settore della scuola. È infatti di quest’anno la decisione di aprire un percorso formativo di Master in insegnamento dell’educazione fisica presso il DFA, volto a coprire la mancanza di queste figure professionali nel settore elementare. Non possiamo non far notare come si tratti di una palese incongruenza da parte del cantone e delle sue istituzioni. Si vogliono formare più docenti specialisti ma le spese per l’assunzione di questi docenti vengono poi riversate interamente sui comuni».