Indennità forfetarie e giorni supplementari di vacanza non bastano secondo il sindacato.
BELLINZONA - Il sindacato OCST-Docenti chiede il pieno riconoscimento del caro vita del 2024 e del 2025 per gli insegnanti così come per tutti i lavoratori, colpiti insieme dall’inflazione che erode i salari e dall'aumento dei premi delle casse malati. «Per il secondo anno consecutivo il governo propone che i salari dei dipendenti pubblici accumulino ritardo nei confronti dell’evoluzione dei prezzi generando impoverimento in Ticino», si legge in un comunicato stampa.
«Non si confondano misure strutturali come il riconoscimento del caro vita con provvedimenti che si pongono su un piano inferiore e concessi una tantum, come indennità forfetarie o giorni supplementari di vacanza».
Nella scuola «non è ammissibile modificare il regolamento delle supplenze per non considerare come incaricati quei supplenti che si prendono effettivamente carico delle classi insegnando per mesi, talvolta fino alla fine dell’anno scolastico, valutando gli allievi e incontrandone i genitori». Declassare tali supplenti significa secondo il sindacato peggiorarne le condizioni lavorative e deresponsabilizzarli nel loro lavoro intaccandone la qualità.
Più in generale, tagliare sulla formazione continua dei docenti, sulle giornate di scuola e sui crediti agli istituti scolastici per attività didattiche e culturali «avrà effetti purtroppo non solo simbolici sulla formazione degli allievi: si tratta di proposte più dannose che benefiche, che l’OCST-Docenti invita a respingere».
Sul banco degli imputati anche il riconoscimento delle docenze di classe alle Scuole Medie: «Mentre una mano l’aumenta in alcune sedi, l’altra mano ne blocca il percorso creando condizioni diverse per allievi e docenti in un medesimo cantone».
«Paradossale è pure il taglio dei finanziamenti cantonali ai Comuni per i docenti di educazione fisica e di educazione musicale dopo che per anni il Cantone ha fatto pressione sui Municipi per il loro impiego. Togliendo questo contributo si consente una disparità tra le scuole elementari con docenti specializzati e quelle senza a seconda della forza economica del Comune, oltre a porre a rischio i posti di lavoro di docenti incaricati».
«Le contraddizioni sono ancor più evidenti nella scolarizzazione speciale: da una parte si spinge la scuola verso le classi inclusive, mentre dall’altra, davanti all’aumento di richieste di scolarizzazione speciale, si cerca di contenere la crescita delle risorse necessarie riducendo la presa a carico da parte dei docenti di scuola speciale con un “nuovo approccio”. Si faccia ordine garantendo una situazione chiara e sostenibile per i docenti coinvolti, gli allievi e le famiglie».