Il comitato referendario ha presentato ieri le proprie motivazioni.
BELLINZONA - L'EFAS - acronimo di finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie - è «una riforma pericolosa» che «porterà a risparmiare sul personale sanitario» e indirizzerà «la spese sanitarie verso aree for-profit», aumentando «ulteriormente i premi delle casse malati».
A grandi linee sono queste le motivazioni presentate ieri dal comitato referendario "NO EFAS" per bocciare la revisione della LAMal che il popolo sarà chiamato a votare il prossimo 24 novembre. Per i fautori del referendum - lanciato dal VPOD e sostenuto dal PS, PC, MPS, Sindacato svizzero dei mass-media, giovani verdi e UNIA - la riforma «ridistribuisce il potere del nostro sistema sanitario a vantaggio unicamente delle casse malati».
Attualmente, secondo la LAMal, i Cantoni finanziano infatti attraverso le tasse dei contribuenti il 55% delle cure ospedaliere stazionarie, ma non finanziano le cure ambulatoriali. I Cantoni finanziano inoltre il 46% dell'assistenza a lungo termine (case anziani e assistenza domiciliare) in media nazionale. «Con EFAS - precisa il Comitato referendario - si bloccherebbe la quota cantonale per il finanziamento della spesa sanitaria al 26,9% per le tre aree mentre le casse malati si occuperebbero di finanziare tutto il resto della spesa». L'EFAS, quindi, rafforzerebbe «il peso degli assicuratori» che diventerebbero «i principali finanziatori del nostro sistema sanitario, attraverso i premi assicurativi».
Il disimpegno dei Cantoni, secondo il Comitato, avrà quindi «conseguenze significative», perché lascerà più potere nelle mani delle casse malati. Ma non solo. Perché a risentirne sarebbe anche l'assistenza a lungo termine. «EFAS - è stato sottolineato - significa la fine dell'obbligo di finanziamento residuo da parte dei Cantoni, un meccanismo che limita il contributo finanziario degli assicurati ai costi dell'assistenza nelle case anziani e a domicilio. Questo scarico di responsabilità finanziaria, in un settore in cui i bisogni aumenteranno, legati allo sviluppo demografico e all'aumento di malattie come la demenza, porterà a un aumento dei costi di partecipazione dei singoli pazienti e ad un aumento dei premi sanitari».