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CANTONEEFAS, il Consiglio di Stato invita a dire no

25.10.24 - 09:58
L'esecutivo: «La riforma comporterebbe un aggravio finanziario di 60 milioni l'anno»
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Fonte cds
EFAS, il Consiglio di Stato invita a dire no
L'esecutivo: «La riforma comporterebbe un aggravio finanziario di 60 milioni l'anno»

BELLINZONA - In vista della votazione federale del 24 novembre, il Consiglio di Stato prende posizione invitando la popolazione ticinese «a respingere il progetto di finanziamento uniforme delle prestazioni nel settore sanitario (EFAS)». Il Governo «condivide gli obiettivi generali della riforma, che tuttavia risulta inadeguata e persino controproducente per il nostro Cantone, con un importante aggravio a carico delle finanze pubbliche».

L’introduzione della riforma EFAS, secondo l'esecutivo cantonale, «porterebbe con sé un cambiamento fondamentale nel concetto di finanziamento del sistema sanitario svizzero. L’obiettivo di questo cambiamento è di eliminare gli incentivi a fornire le prestazioni in regime stazionario, favorendo le cure ambulatoriali e promuovendo così un contenimento dei costi della salute».

Da un punto di vista puramente finanziario, «per il Ticino questa riforma comporterebbe infatti un importante aggravio per le finanze cantonali, stimato dalla Confederazione sulla base dei dati del 2019 in circa 60 milioni di franchi l’anno, destinati a lievitare. Ben difficilmente questa maggior partecipazione cantonale alla spesa sanitaria si ripercuoterà in termini positivi sui premi di cassa malati».

Un altro «punto debole della riforma è che i Cantoni – malgrado siano chiamati a contribuire finanziariamente anche alle prestazioni ambulatoriali – non otterranno il diritto di controllare le fatture emesse dagli operatori del settore, che resterà di competenza degli assicuratori malattia. Il nuovo sistema, pertanto, renderà difficile per i Cantoni verificare e legittimare l’utilizzo delle loro risorse fiscali, mentre il principio della riforma potrebbe esser meglio raggiunto attraverso l’adeguamento della Ordinanza sulle prestazioni (OPre) e l’implementazione di opportune verifiche».

Alla luce di queste considerazioni, «il Consiglio di Stato non ritiene che questa revisione legislativa – probabilmente la più ampia dall’introduzione della LAMal – possa contribuire in maniera significativa al miglioramento del sistema sanitario e della sua sostenibilità finanziaria, né sia di particolare interesse per il nostro Cantone – che risulterebbe tra i più toccati in termini di aggravio finanziario. Il Governo ticinese invita quindi la propria cittadinanza a votare NO, in occasione della votazione federale del 24 novembre».

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