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BELLINZONA«A chiudere la scuola ci perdono tutti»

30.10.24 - 12:55
Il Collegio docenti del Liceo di Bellinzona ha deciso che la struttura resterà aperta il 20 dicembre 2024 e il 7 gennaio 2025.
TiPress
Fonte RED
«A chiudere la scuola ci perdono tutti»
Il Collegio docenti del Liceo di Bellinzona ha deciso che la struttura resterà aperta il 20 dicembre 2024 e il 7 gennaio 2025.

BELLINZONA - «A chiudere la scuola ci perdono tutti». Così il titolo della risoluzione del Collegio docenti del Liceo di Bellinzona approvata lo scorso 9 ottobre. L'iniziativa vuole esprimere il dissenso per la decisione del Consiglio di Stato di concedere due giorni di vacanza in più ai docenti (20 dicembre 2024 e il 7 gennaio 2025) per compensare il caro vita.

«Dalle politiche e dai tagli al servizio pubblico che si sono susseguiti in Ticino negli ultimi mesi, emerge un quadro della politica educativa ticinese tutt’altro che roseo», si legge in una nota stampa diramata questa mattina dallo stesso Collegio dei docenti dell'istituto bellinzonese. «Il mancato riconoscimento del carovita per l’anno 2024 è un unicum a livello federale, e, parimenti, lo è la soluzione proposta, nella forma di un’indennità una tantum di 400 franchi per il solo anno in corso e di due giorni di vacanza supplementari. Queste misure compensative presentano un’efficacia quantomeno dubbia rispetto al problema che si prefiggono di risolvere».

«In questo contesto, abbiamo ritenuto particolarmente inadeguata l’elargizione di due giorni di vacanza ai dipendenti statali e, quindi, anche al corpo docente. Crediamo che una soluzione del genere sia profondamente problematica, da un lato perché incapace di porre un qualsivoglia rimedio alla perdita salariale, dall’altro perché indice di una concezione del servizio pubblico, e più in particolare della scuola, che svilisce essenzialmente il nostro mestiere. Ci sentiamo di dire che tale questione trascende la non banale, non ci si fraintenda, questione del mancato rincaro».

«Nessuno ha chiesto questo due giorni. Nessuno desiderava questi due giorni. Ciò che noi vogliamo è essenzialmente che il nostro sia riconosciuto come un lavoro dignitoso e che sia come tale retribuito, nel rispetto delle condizioni contrattuali. Anche ammesso (e non concesso, badate bene) che possano esserci delle motivazioni valide per questo mancato rincaro; anche ammettendo che in qualche misura la società tutta debba stringere i denti per uscire da una condizione di estreme ristrettezze (ammesso e non concesso, ripetiamo, perché altre spese, in altri settori, non sembrano giustificare queste scelte), considerare la scuola come qualcosa che può essere semplicemente chiuso per due giorni, come se questo rappresentasse una qualsivoglia soluzione, ci pare sintomo di qualcosa di più grave».

«Alla luce di quanto detto, la nostra decisione è di rifiutare il “dono” governativo, e di tenere aperta la scuola il 20 dicembre 2024 e il 7 gennaio 2025. Proporremo in quei giorni un programma di attività che mantenga il carattere culturale proprio del liceo, in libera collaborazione con gli allievi, difendendo diritti che non sono soltanto i nostri, ma quelli degli studenti e della società tutta».

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