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CANTONEMoltiplicatore differenziato, luce verde alla moratoria

04.11.24 - 19:16
Parlamento diviso come la Commissione, ma la sospensione proposta dal Governo alla fine la spunta. Udc: «Ha vinto la paura»
TiPress
Fonte RED
Moltiplicatore differenziato, luce verde alla moratoria
Parlamento diviso come la Commissione, ma la sospensione proposta dal Governo alla fine la spunta. Udc: «Ha vinto la paura»

BELLINZONA - Sotto gli occhi attenti dell'economia privata, dopo un dibattito accesso, questo pomeriggio nell'aula del Gran Consiglio è stata approvata la moratoria sul moltiplicatore differenziato dei Comuni.

Il rapporto di maggioranza, che puntava ad affossare la proposta governativa, è stato respinto con 49 voti contrari, 33 favorevoli e due astenuti. Insomma, per i periodi fiscali dal 2025 al 2029 (compreso), il moltiplicatore delle persone giuridiche non potrà essere fissato da parte dei Comuni al di sotto di quello delle persone fisiche.

Passa dunque la moratoria voluta dal Consiglio di Stato in seguito ai timori espressi dai centri urbani di fronte al possibile acuirsi di una concorrenza fiscale da parte dei comuni dei rispettivi agglomerati. Diversi tuttavia i dubbi espressi dai partiti più vicini ai settori dell'economia.

Commissione e Parlamento spaccati in due - Il tema ha spaccato il Parlamento come lo aveva fatto in Commissione Costituzione e leggi, dalla quale erano scaturiti i due rapporti: quello di maggioranza (per un solo voto), redatto da Simona Genini - e firmato dai commissari di PLR (Passardi, Ponti, Terraneo, Ortelli), UDC (Filippini e Giudici) e due del Centro (Corti e Ghisolfi), e quello di minoranza, redatto da Andrea Censi (Lega dei Ticinesi) e Gianluca Padlina (il Centro).

A sostegno del rapporto di maggioranza PLR, parte del Centro, PS (contrario al moltiplicatore differenziato) e Udc. A sostegno del rapporto di minoranza Giovani del centro, Verdi del Ticino, Più Donne, Mps.

Fuori dai due schieramenti il gruppo Avanti con Ticino&Lavoro che, non soddisfatto dai due rapporti, aveva presentato un emendamento suggerendo che per i prossimi cinque anni il moltiplicatore delle persone giuridiche potesse essere «inferiore al moltiplicatore delle persone fisiche di massimo 10 punti».

«Non si tema la fuga» - Simona Genini ha parlato di «riforme paralizzate», di una politica del «non fare o, peggio, del rimandare quanto già fatto 5 minuti prima di mezzanotte».

«Quella di oggi - ha incalzato - è una decisione che porta con sé anche un carico emotivo, visto che il moltiplicatore, spesso è motivo di vanto». «Chi vuole autonomia poi teme le responsabilità che ne derivano. Ma dovremmo salutare con entusiasmo il potere in più dato ai Comuni».

Lo scopo, ha ricordato, è «attrarre investimenti, un meccanismo fondamentale per evitare la delocalizzazione delle imprese verso Cantoni fiscalmente più competitivi».

Quindi sulla concorrenza fiscale all'interno del nostro Cantone: «Non si dovrebbe temere la fuga verso altri comuni. Le zone industriali e artigianali non dispongono di spazio sufficiente che lo permetterebbe e le Sagl con il titolare quale unico dipendente hanno comunque una serie di obblighi burocratici da assolvere per spostare sede, quindi non è così semplice».

«Risorse messe a rischio dalla concorrenza fiscale» - La minoranza della Commissione, al contrario, concordava «pienamente con la soluzione proposta» dall'esecutivo, sottolineando che «le preoccupazioni espresse dai centri urbani sono ritenute assolutamente legittime, in quanto, la concorrenza fiscale tra Comuni potrebbe portare a gravi squilibri e pregiudizi per le finanze pubbliche dei Comuni più grandi».

«Senza moratoria - ha sottolineato Padlina -, i nostri comuni vedrebbero le loro già limitate risorse messe a rischio da un distorto meccanismo di concorrenza fiscale».

Per il deputato del Centro la moratoria non equivale all'inazione: «A partire dal 1° gennaio 2025, i comuni avranno sì la facoltà di fissare moltiplicatori distinti per le persone fisiche e per le persone giuridiche ma, per un periodo di 5 anni, sarà loro preclusa la possibilità di adottare un moltiplicatore delle persone giuridiche inferiore a quello delle persone fisiche».

La preoccupazione di Lugano - Il dibattito, nelle scorse settimane, si era spostato anche fuori l'aula del Parlamento. La Camera di commercio e l'Associazione industrie ticinesi si erano schierate contro la moratoria obiettando che la proposta del governo penalizza le aziende.

Opinione diversa a Lugano, forse la realtà maggiormente preoccupata dall'entrata in vigore del moltiplicatore differenziato, dove il Municipio aveva espresso il proprio favore verso il progetto del Consiglio di Stato: «L'attrattività fiscale è a rischio».

Le reazioni

«Ha vinto la paura» - Non tardano ad arrivare le prime reazioni. Come quella dell'Udc: «Ci dispiace molto. Le aziende, invece di spostarsi all’interno del Ticino, si sposteranno in altri Cantoni». Per i democentristi, emerge «ancora una volta una tendenza politica preoccupante: rinviare quello che si è già deciso anziché affrontarlo a breve termine». «Di fronte alla scelta tra salvare il potere d’acquisto dei cittadini, la concorrenzialità delle aziende o riempire le casse degli enti statali; i politici impauriti per le elezioni e il clientelismo hanno di nuovo scelto la seconda via», prosegue l'Udc. Non manca la stoccata alla Città di Lugano: «Recentemente si è svegliata mostrandosi preoccupata per i possibili effetti negativi del moltiplicatore comunale differenziato, temendo la fuga di aziende in Comuni della cintura. Dov’era la Città quando questo pacchetto di misure è stato proposto nell’estate del 2019?».

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