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CANTONEQuell'interrogazione sulla sanità finita nel dimenticatoio

23.12.24 - 06:30
Danilo Forini (PS): «Il Consiglio di Stato chiarisca come viene gestita la spesa dagli ospedali del cantone».
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Quell'interrogazione sulla sanità finita nel dimenticatoio
Danilo Forini (PS): «Il Consiglio di Stato chiarisca come viene gestita la spesa dagli ospedali del cantone».

BELLINZONA - Per Danilo Forini, deputato in Gran Consiglio per il PS, è giunta l’ora di capire come viene gestita la spesa sanitaria nel nostro cantone. «Mi piacerebbe inoltrare una nuova interrogazione, ma se non arrivano le risposte a quella inviata un anno fa non ha senso scriverne un’altra».

Sì, perché l'atto parlamentare a cui fa riferimento, quello dal titolo "La salute non è un business: stop alle fregature a spese degli assicurati ticinesi”, inoltrato ormai oltre un anno fa al Consiglio di Stato - a seguito di un’inchiesta pubblicata dai quotidiani Tamedia che metteva sul banco degli imputati le importanti differenze di spesa per l’acquisto di un pacemaker tra l'Ente ospedaliero cantonale (EOC) e gli ospedali d'Oltralpe - risulta essere ancora inevaso.

«A oggi non c'è nessuna risposta», prosegue Forini. Allora, insieme a Laura Riget e Beppe Savary-Borioli chiedeva al Governo ticinese di indagare sulle spese a carico degli ospedali, invitando all’azione per «migliorare la trasparenza nelle forniture di materiale bio-medico e sanitario in generale».

«I termini sono scaduti - riprende Forini -. Ma l'ultima indagine pubblicata nei giorni scorsi dal gruppo Tamedia chiede, per l’ennesima volta, di fare ulteriore chiarezza sulle trattative riservate che intercorrono tra ospedali e fornitori. Un anno fa la notizia era che un pacemaker era stato pagato dell'EOC 12’900 franchi, mentre a Coira 2’900 franchi. In quel caso avevo sollevato dubbi relativi alla reale capacità di negoziare i prezzi, oltre a constatare che questo tipo di mercato si ripercuote sui premi di cassa malati ticinese aumentati del 30% in tre anni». A pagarne le conseguenze è soprattutto «la popolazione. Le persone con un reddito nella fascia media non riescono più a sostenerli», incalza.

«A questo giro - prosegue - nell’inchiesta non emerge alcuna accusa nei confronti dell’EOC o di altri ospedali privati ticinesi ma che, in generale, gli ospedali svizzeri inviano alle assicurazioni malattia fatture gonfiate per ottenere maggiori rimborsi. Alle domande di un anno fa, quindi, se ne potrebbero aggiungere delle altre - dice -. Il mondo politico dovrebbe far di più: dovrebbe chiedere a gran voce più trasparenza e controllo».

Invita quindi il Consiglio di Stato a rispondere a questa interrogazione, rimasta lì, dimenticata, per chiarire la situazione in Ticino. «Senza accusare nessuno in particolare, gli elementi emersi dalle inchieste giornalistiche fanno temere che c’è chi se ne approfitta. Tutti i meccanismi inerenti alle trattative riservate dei prezzi lasciano perplessi».

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